Luce sull’Archeologia al Teatro Argentina
Domenica 16 aprile (ore 11) al Teatro Argentina si chiude il ciclo d’arte e storia Luce sull’Archeologia con l’ultimo incontro che ci riporta al senso del Teatro e alla sua necessità, attraverso gli interventi del professore Maurizio Bettini (Università degli Studi di Siena) sul tema Una parola magnifica e potente, dello scrittore Paolo Di Paolo […]
Domenica 16 aprile (ore 11) al Teatro Argentina si chiude il ciclo d’arte e storia Luce sull’Archeologia con l’ultimo incontro che ci riporta al senso del Teatro e alla sua necessità, attraverso gli interventi del professore Maurizio Bettini (Università degli Studi di Siena) sul tema Una parola magnifica e potente, dello scrittore Paolo Di Paolo con La parola oltre il sipario e dell’archeologo Adriano La Regina (Accademico dei Lincei, già Soprintendente di Roma) con Teatro: spazio urbano della politica e del consenso.
Un’occasione di riflessione per rinnovare la discussione sul valore del Teatro e sulla visione della Parola, come sentimento del sublime ed esperienza di bellezza, civiltà, identità civile, base del linguaggio che nutre costantemente il patrimonio culturale universale a cui è affidata la memoria individuale e collettiva.
La nona edizione di Luce sull’Archeologia ha preso il via nel mese di gennaio, continuando ad alimentare l’inesauribile sete di conoscenza e la grande passione per la millenaria storia di Roma, con approccio scientifico ed esperienza emozionale, attraverso sette incontri la domenica mattina alle ore 11, introdotti da Massimiliano Ghilardi e riuniti dal titolo Magnificenza e lusso in età romana: spazi e forme del potere tra pubblico e privato. Un progetto del Teatro di Roma, con il contributo dell’Istituto di Studi Romani, del periodico mensile ARCHEO e di DIALOGUES. Raccontare l’arte, impreziosito in scena dagli interventi di storia dell’arte di Claudio Strinati e le anteprime dal passato di Andreas M. Steiner, per offrire al pubblico un percorso tematico alla scoperta dell’aspirazione delle classi più elevate della società romana nel ricreare i lussi delle corti ellenistiche come segno di prestigio sia politico che personale.
