Sindacati: denunciano lo “stato di criticita’ in cui versavano le strutture residenziali
“Non doveva accadere. Dovevano essere i piu’ protetti, invece e’ stato uno sterminio. Un numero altissimo dei nostri anziani ospiti delle Rsa e delle case di riposo ci hanno lasciato, senza un saluto, un conforto, una lacrima, tutto questo e’ inaccettabile. I nostri anziani sono morti senza una cura o quantomeno senza una cura adeguata”. […]
“Non doveva accadere. Dovevano essere i piu’ protetti, invece e’ stato uno sterminio. Un numero altissimo dei nostri anziani ospiti delle Rsa e delle case di riposo ci hanno lasciato, senza un saluto, un conforto, una lacrima, tutto questo e’ inaccettabile. I nostri anziani sono morti senza una cura o quantomeno senza una cura adeguata”.
Lo hanno stigmatizzato in una nota i segretari generali Spi Cgil Lazio Alessandra Romano, Fnp Cisl Lazio Paolo Terrinoni e Uilp Roma e Lazio Oscar Capobianco. Come Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil del Lazio abbiamo denunciato all’assessore alla Sanita’ del Lazio D’Amato “stato di criticita’ in cui versavano le strutture residenziali”.
“Abbiamo messo sull’avviso– si legge nella nota- che era in atto una strage silenziosa alla quale stavamo assistendo, senza che la sanita’ laziale intervenisse. Abbiamo chiesto di parificare queste strutture a quelle sanitarie, la formazione e la fornitura di Dpi per tutti gli operatori sanitari, e la possibilita’ per queste strutture di una implementazione di reti WiFi per far sentire meno soli i nostri anziani mettendoli in contatto con le famiglie. Richieste volte a tutelare gli ospiti, gli operatori, i medici, gli infermieri, il personale delle pulizie, il personale impiegato in queste Rsa provenienti da cooperative. Abbiamo preso atto che, molto tardi, soltanto dopo le nostre richieste e le nostre sollecitazioni, la Unita’ regionale di crisi ha inviato lettere ai Prefetti, ai Direttori Generali delle Asl, a tutti i sindaci della nostra regione con l’obiettivo di iniziare un monitoraggio di cosa stesse accadendo nelle Rsa e Case di Riposo. Risultato? Quindi ai nostri rappresentanti nei comitati di partecipazione delle Rsa abbiamo chiesto di mettersi in contatto con le strutture e formulare semplici domande per avere il polso reale della situazione.
Il riscontro che abbiamo ottenuto e’ che le Rsa del Lazio sono isole felici!!! Come poteva essere altrimenti, visto che non erano stati fatti i tamponi? Vogliamo confrontarci, vogliamo capire: perche’ qualche responsabilita’ ci dovra’ pur essere e se ci sara’, e’ bene che qualcuno paghi e paghi forte. Pero’ non vogliamo solo denunciare, abbiamo apprezzato fortemente lo sforzo fatto negli ospedali, ed a tale proposito ringraziamo i medici, gli infermieri, gli operatori che si sono prodigati con estenuante sacrificio”. “Ma e’ chiaro che e’ impossibile continuare in questo modo.
L’urgenza– sottolineano Spi Fnp, Uilp del Lazio– e’ quella di avviare una comunita’ di lavoro e che trovi nella Regione Lazio la disponibilita’ a rivedere il sistema delle Rsa e delle case di cura accreditate. Insieme siamo certi di avere tutte le capacita’ di ripensare il sistema, di fare un salto. La fatica deve essere quella di arrivare insieme a un atto di indirizzo, cosi condiviso che sara’ naturale per tutti applicarlo”.
