Visto da me/ La tenerezza
Di Roberta Mochi Il nuovo film di Gianni Amelio è liberamente ispirato al romanzo di Lorenzo Marone, La tentazione di essere felici. Renato Carpentieri, con una interpretazione magistrale, veste i panni di Lorenzo, vecchio, cinico e scontroso avvocato napoletano, con il cuore grande e l’animo buono, nonostante i tentativi di mistificazione. Conosce e si affezione […]
Di Roberta Mochi
Il nuovo film di Gianni Amelio è liberamente ispirato al romanzo di Lorenzo Marone, La tentazione di essere felici. Renato Carpentieri, con una interpretazione magistrale, veste i panni di Lorenzo, vecchio, cinico e scontroso avvocato napoletano, con il cuore grande e l’animo buono, nonostante i tentativi di mistificazione. Conosce e si affezione a una famiglia che abita nello stesso condominio. Il marito Fabio, un Elio Germano timido e fragilissimo, la moglie Micaela, una dolcissima Ramazzotti, e i loro due figli. Ci sono poi i “figli unici” e mal amati di Lorenzo e la popolazione di personaggi che colorano questa Napoli illuminata dalla fotografia eccezionale di Luca Bigazzi. In questa comunità si consumerà una tragedia, ma con intimità e malinconico pudore. Gianni Amelio irrequieto e sincero, racconta gli esseri umani e loro contraddizioni, la paura dell’altro e l’incessabile bisogno d’affetto che ci accomuna tutti. Un film doloroso, che ci mette sotto gli occhi gli eccessi di umanità, i sensi di colpa, l’inadeguatezza e allo stesso tempo quel romanticismo urbano penetrante, tipico del film d’autore italiano. In questa marea di irrisolti, brillano gli scorci della Napoli bella – ma sono gli stessi già colonizzano il nostro immaginario – e brulicano le interpretazioni auliche e fin troppo tipiche del repertorio di questi bravissimi attori da Carpentieri alla Mezzogiorno. Sguardi, silenzi e voci in una lettura già molto esplorata delle dinamiche familiari, dove gli uomini sono ruvidi e non sanno come essere padri e il confronto rimane sempre troppo sfuggente, leggero e inafferrabile.
