Visto da me/ X Men Apocalypse
Di Roberta Mochi Bryan Singer firma l’ultimo episodio della seconda trilogia prequel degli X-Men della Marvel e lo fa ammiccando agli spettatori, facendo dire ai suoi giovani mutanti – dopo aver visto ‘Il Ritorno dello Jedi’ – “il terzo è sempre il peggiore”. Tanti gli easter egg, tra cui ‘Star Trek’ nella scena del reclutamento […]
Di Roberta Mochi
Bryan Singer firma l’ultimo episodio della seconda trilogia prequel degli X-Men della Marvel e lo fa ammiccando agli spettatori, facendo dire ai suoi giovani mutanti – dopo aver visto ‘Il Ritorno dello Jedi’ – “il terzo è sempre il peggiore”. Tanti gli easter egg, tra cui ‘Star Trek’ nella scena del reclutamento di Tempesta, trasmesso da una vecchia e polverosa TV in quel de’ Il Cairo.
Ma andiamo per ordine. Ci eravamo salutati in ‘Giorni di un futuro passato’ nel 1973 e lentamente ci stiamo ricongiungendo al presente, con un balzo in avanti di 10 anni. Non sono cambiate molto le cose per i mutanti. Lontano dall’essere accettati dagli umani, a volte vengono usati come bestie per combattimenti clandestini. Ed ecco che arriva il grande capostipite, quello che veniva considerato un dio ai tempi delle piramidi e collezionava i poteri dei suoi simili: il truccatissimo En Sabah Nur, detto Apocalisse. Il senza fascino inizia a reclutare frettolosamente quattro discepoli a cui rifà il look – cambiando costumi e acconciature – e potenzia le abilità. I nostri X Men ingaggeranno contro questo vulnerabile Oscar Isaac – soffocato in un costume simil Ooze dei Power Rangers – una lotta mirabolante. Naturalmente lo sconfiggeranno ma non prima che sia riuscito a mettere mano anche alla folta chioma del Professor Xavier.
La sceneggiatura di questo cinecomic è poco chiara e abbonda di ovvietà, l’abbigliamento di Nightclawler fa un po’ troppo cabaret, molti personaggi sono stanchi o schiacciati nel poco spazio che gli viene dedicato ma la speculazione filosofica sul diverso e l’emarginato non manca, così come la critica sociale. Del resto l’episodio è solo un passaggio, conclude una trilogia per traghettarci in un’altra e Singer lo fa dando vita a un blockbuster gigantesco sia nei costi di produzioni che nelle ambizioni di botteghino.
Migliore scena e personaggio? La sequenza in slow motion di e con Quicksilver – diciamolo vogliamo uno spin off dedicato a lui – divertente, ironico, magnifico e irresistibile. Ci fa dimenticare i suoi due minuti del capitolo precedente, persino con la scelta molto indovinata della colonna sonora (Sweet Dreams – Eurythmics).
Eccellente cameo quello di Wolverine. Più bestiale e arrabbiato che mai, riduce in brandelli i soldati Stryker che volevano trasformarlo nell’Arma X e fa il suo primo incontro con Jean Grey. Poco importa se a ripescarlo dal fiume era stata Mystica e non il vero Stryker. Se c’è Wolverine in scena non si discute.
Chiudiamo con un’ultima informazione, Rose McGowan in un’intervista con ‘The Hollywood Reporter’ ha sollevato una accesa polemica sull’immagine scelta dalla 20th Century Fox per la propaganda del film. In questi manifesti si vede Mystica strangolata dal personaggio di Apocalisse. Esplicita violenza nei confronti di una donna (anche se blu) davvero poco giustificabile se estrapolata dal contesto e caduta di stile ancora peggiore se si legge il claim “Solo il più forte sopravvive”. La Fox ha prontamente pubblicato delle scuse ufficiali e promesso di rimuovere il cartellone.

