Torna a casa l’affresco del Cristo Benedicente trafugato nel 1978
Torna a casa sua, a Guidonia, il Cristo Benedicente, l’affresco datato intorno all’VIII secolo, trafugato il 6 novembre del 1978 nella chiesetta rupestre di Marco Simone Vecchio e recuperato lo scorso anno dai Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale. Il prezioso reperto sarà accolto nella collezione in esposizione al Museo Rodolfo Lanciani di Montecelio. A […]
Torna a casa sua, a Guidonia, il Cristo Benedicente, l’affresco datato intorno all’VIII secolo, trafugato il 6 novembre del 1978 nella chiesetta rupestre di Marco Simone Vecchio e recuperato lo scorso anno dai Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale.
Il prezioso reperto sarà accolto nella collezione in esposizione al Museo Rodolfo Lanciani di Montecelio. A farne richiesta ad aprile è stata proprio la Soprintendenza delle Belle Arti e Paesaggio per le Province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Lo spazio espositivo sarà ampliato e comprenderà anche il primo piano. Il sì al nuovo allestimento del Museo è arrivato anche dalla giunta comunale: “Visti i continui ritrovamenti di beni archeologici pregiati nel territorio di Guidonia Montecelio – si legge nella delibera – , il museo dovrà ampliare lo spazio espositivo, in sinergia con la Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale, destinato agli stessi sia al piano terra che al primo piano”.
IL RITROVAMENTO
Era il 25 febbraio 2015 quando tutte le agenzie di stampa lanciarono la straordinaria notizia del ritrovamento dell’affresco del Cristo Benedicente rubato nel 1978 a Guidonia Montecelio e che si è materializzato a sorpresa a distanza di 34 anni in una casa d’aste di New York.
Meno di tre settimane dopo il colpo l’autore era stato scoperto e denunciato, ma della refurtiva non si era mai saputo nulla.
LA SCOPERTA (fonte Agi)
“Nel 1972 – scrive l’Agi – una funzionaria della Soprintendenza per i Beni artistici e storici della capitale scopre l’esistenza della Cripta a Guidonia e ne dispone la documentazione fotografica: coperti di alghe e incrostazioni calcaree, sulle pareti e all’interno di nicchie ci sono numerosi affreschi, e al centro della volta un grande clipeo raffigurante il Pantocrator Benedicente. Il complesso viene protetto con tanto di porta di ferro all’ingresso e inferriata di chiusura del pozzo di luce scavato in fondo alla grotta, mentre la relazione tecnica che esalta l’importanza storico artistica degli affreschi – confrontabili secondo alcuni esperti con le pitture di Santa Maria Antiqua al Palatino – gli guadagna la dichiarazione di “particolare interesse culturale”. Il relativo decreto ministeriale e’ del 26 maggio 1978, cinque mesi prima del furto del Cristo e dell’altro affresco raffigurante “Agnello Pasquale”. Un lungo oblio, poi – il 15 febbraio 2012 – la svolta: a Sotheby’s, a New York, finisce in catalogo “un frammento di pittura murale raffigurante Busto di Cristo, altezza cm. 75, secolo XII, di arte romana” che dagli accertamenti eseguiti dai Carabinieri tramite la Banca dati dei beni culturali trafugati risulta essere in realta’ “l’affresco parietale, raffigurante Cristo Benedicente, parziale compendio del furto consumato il 6 novembre 1978 nella Cripta ubicata a Guidonia Montecelio”. Immediate scattano le procedure per il rientro dell’opera in Italia, ma l’acquisto in buona fede e la remota data del furto rendono l’attivita’ degli investigatori estremamente difficile: alla fine, a rivelarsi risolutivo e’ il contributo fornito dall’ispettore della sezione antiquariato titolare delle indagini, che attraverso accordi diplomatici riesce a ottenere la restituzione dell’affresco. Non solo: i proprietari si impegnano a ridarlo al nostro Paese a proprie spese e il Cristo benedicente – di valore stimabile intorno almezzo milione di euro – torna a casa a bordo del volo della Delta Airlines Atlanta-Roma”. (dal nostro quindicinale XL)

