Gli vietano il permesso di vedere la figlia, lui si incatena sotto il Tribunale

#NLCronaca #Tivoli – Incatenato per protesta fuori al Tribunale di Tivoli, un padre disperato ricorrere ad una protesta estrema dopo 18 mesi trascorsi senza poter vedere la figlia. La protesta è avvenuta martedì mattina, dopo che una nuova udienza (lunedì) non aveva cambiato la situazione.  Lui, Domenico Antonio Cardile 56 anni, medico in un ospedale […]

Gli vietano il permesso di vedere la figlia, lui si incatena sotto il Tribunale

#NLCronaca #Tivoli – Incatenato per protesta fuori al Tribunale di Tivoli, un padre disperato ricorrere ad una protesta estrema dopo 18 mesi trascorsi senza poter vedere la figlia. La protesta è avvenuta martedì mattina, dopo che una nuova udienza (lunedì) non aveva cambiato la situazione. 

Lui, Domenico Antonio Cardile 56 anni, medico in un ospedale dell’Asl Roma 5 ed alto ufficiale del Sovrano Ordine Militare di Malta, nonostante pareri favorevoli di psicologi e consulenti incaricati dallo stesso tribunale non riesce ad avere il permesso di incontrarsi con la sua bimba, che ora ha 10 anni ma ne aveva 8 e mezzo quando è iniziata questa storia.

Questa situazione nasce da una richiesta di separazione presentata dallo stesso Cardile, durante il procedimento la moglie ha presentato delle denunce per molestie nei confronti della piccole tutte puntualmente archiviate dalla Procura perché i fatti non erano veri. Durante il procedimento per la separazione, però, il giudice incaricato di predisporre il fascicolo in attesa della decisione del collegio giudicante, proprio alla luce di queste denunce ha disposto che il genitore non potesse vedere la figlia. “Contro ogni parere degli psicologici – ha spiegato Cardile – che indicano nel mantenimento dei rapporti, anche in strutture protette, la via migliore per evitare traumi”.

Archiviati i fascicoli, però, la situazione non è cambiata. “Il giudice ha nominato un consulente – ha aggiunto il medico – che con la sua relazione ha riconosciuto la possibilità di incontrare mia figlia. Il giudice, però, ha sconfessato il suo consulente e continua a negarmi questa possibilità. Non mi ha fatto neanche partecipare alla sua prima comunione. La bambina ha perso 16 chili in questo 18 mesi, e lo stesso psicologo nominato dal giudice ha presentato una perizia nel dicembre scorso che riconosce il grave stato di depressione della bambina. Eppure, nulla è stato fatto e io ho perso due anni della sua vita”.

“Ho diritto di vedere mia figlia, anche sentenze di Cassazione affermano che il rapporto genitore-minore è fondamentale addirittura per i detenuti e deve avvenire in affido protetto – conclude Cardile -. Non mi fermerò all’azione di oggi. Andrò avanti con la mia iniziativa. Voglio dare voce a tutti quei padri che si trovano nella mia stessa situazione e che, malgrado montagne di documenti e perizie a favore, non riescono ad avere giustizia e a vedere i propri figli”.

La protesta di martedì mattina

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