Cambia/Menti: Il corpo come libro incarnato

Piercing e tatuaggi affondano le radici nelle culture dei Maya, dei Masai e degli antichi Egizi per proseguire ad essere utilizzati nel Medioevo e poi fino ai tempi moderni quando, con il movimento dei punk alla fine degli anni ’70, si ha una nuova e più intensa diffusione delle decorazioni permanenti sul corpo accompagnata all’ascolto […]

Cambia/Menti: Il corpo come libro incarnato

Piercing e tatuaggi affondano le radici nelle culture dei Maya, dei Masai e degli antichi Egizi per proseguire ad essere utilizzati nel Medioevo e poi fino ai tempi moderni quando, con il movimento dei punk alla fine degli anni ’70, si ha una nuova e più intensa diffusione delle decorazioni permanenti sul corpo accompagnata all’ascolto di un particolare genere musicale. Oggi ci si tatua o si inseriscono piercing ad ogni età anche se continua ad essere una pratica diffusa perlopiù fra gli adolescenti e i giovani adulti. Per gli adolescenti, in particolare, il corpo diviene un luogo personalissimo di scrittura e la pelle è una pagina bianca, una superficie sulla quale è possibile scrivere la storia di se stessi offrendolo, a volte in modo manifesto, altre un po’ più nascosto, alla lettura degli altri che li circondano. Il corpo diviene una specie di opera unica ed è attraverso quei disegni, simboli, lettere, brevi frasi, numeri, che gli adolescenti si sentono sostenuti nella costruzione della propria identità che sentiranno così come meno frammentata. Attraverso piercing e tatuaggi i giovani sentono di appartenere ad un gruppo che li rappresenta, che amano che gli restituisce identità (gruppo di amici, fans musicali, etc…). I ragazzi attraverso queste antiche pratiche di trasformare il corpo in modo permanete sembrano comunicare inconsapevolmente che sono disposti a intervenire, anche soffrendo, pur di riconoscersi in quel gruppo particolare. Il tatuatore svolge in questi casi una funzione di mediatore. Egli oltre a suggerire e veicolare modelli dettati dalla società, ha il compito di aiutare nella costruzione e nella nascita delle immagini portate dai ragazzi. Il dolore insieme alla irreversibilità conferiscono a questa esperienza una importanza assoluta che da un lato è assolutamente privata e individuale e dall’altro è il risultato del vivere con gli altri, dell’appartenenza al gruppo e sfoggiata a tutti. Ma è la caratteristica del permanere di queste pratiche che trasformano e che sono indelebili che sembra essere la motivazione più profonda di chi si tatua o utilizza piercing realizzando il desiderio che il tempo si ferma proprio attraverso quell’immagine che ha trasformato il corpo.

Dr.ssa Barbara Vecchioni

www.studiodipsicologiativoli.it

     

 

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