Storia di Vanessa, da calciatrice a mamma coraggio. “Ecco come è nato il mio Samuel”
La sua storia ha fatto prima il giro del web, poi quello dei giornali e delle televisioni. Parliamo di mamma Vanessa, la ventiduenne di Castel Madama che giovedì ha dato alla luce il piccolo Samuel in una stazione di servizio ad una manciata di minuti dall’ospedale di Tivoli dove è stata accolta tra lo […]
La sua storia ha fatto prima il giro del web, poi quello dei giornali e delle televisioni. Parliamo di mamma Vanessa, la ventiduenne di Castel Madama che giovedì ha dato alla luce il piccolo Samuel in una stazione di servizio ad una manciata di minuti dall’ospedale di Tivoli dove è stata accolta tra lo stupore e la gioia. L’abbiamo incontrata alle 17 di quel 6 novembre che non potrà mai dimenticare nell’atrio del “San Giovanni Evangelista” , fuori la tempesta dentro il sorriso di una ragazza che nella vita di avventure, nonostante la sua giovane età, ne ha vissute parecchie. Accanto a lei Adriana, nonna per la terza volta. “Mia figlia è una donna forte, ne ha passate già tante, era una calciatrice ma alla fine l’amore per il suo compagno, Diego, ha vinto su tutto e oggi io ho tre splendidi nipotini”.
Vanessa è stata una giornata incredibile per te…
Direi proprio di sì. È cominciato tutto alle cinque del mattino, quando sono iniziati i dolori e si è rotto il sacco. Sapevo che mancava poco così ho chiamato Luca e Rosita, i miei cognati.
Ti hanno accompagnato loro?
Sì, siamo saliti in macchina. Noi abitiamo a Castel Madama, a pochi chilometri da Tivoli, ma il destino aveva in mente altro. Ci siamo fermati un paio di volte, alla fine siamo rimasti senza benzina all’altezza della stazione di servizio che si trova sulla via Empolitana, di fronte al cimitero comunale.
Poi cosa è successo?
Non abbiamo fatto in tempo a mettere il carburante. Ho iniziato a spingere, il bambino stavo venendo fuori. Ho detto “sto partorendo adesso, sto partorendo adesso”. Mio cognato era spaventato ma abbiamo mantenuto il controllo della situazione. Mentre Samuel stava nascendo sono arrivati due poliziotti che hanno chiamato subito il 118 per farci venire a prendere. Avevo paura ma alla fine ho fatto tutto da sola.
L’ambulanza quando è arrivata?
Subito dopo, io avevo già partorito. Il piccolo era accanto a me, in una culla improvvisata sul sedile del passeggero. Gli operatori del 118 nel frattempo ci davano le istruzioni al telefono, poi è arrivata l’ambulanza e hanno messo il respiratore al piccolo, che aveva ancora il cordone ombelicale. L’ha tagliato in ospedale il dottor Napolitano, poi l’hanno messo in una culla termica. Ancora non me lo ridanno ma so che sta bene, che pesa tre chili e 20 grammi e che tra poco tornerà tra le mie braccia.
I poliziotti che hanno assistito al parto, Gianluca Marinelli e David Sinibaldi, sono tornati a trovarti qualche ora dopo.
Sì, sono arrivati nel reparto dove sono ricoverata per vedere se stavamo bene. Sono stati molto gentili con noi e li ringrazio davvero tanto. Ora quello che voglio è tornare a casa Samuel dai suoi fratellini e dal papà Diego.
