Tivoli: famiglie ostaggio delle macerie e della burocrazia

Ostaggio di un cumulo di macerie e della burocrazia, da cinque anni non possono accedere alle proprie abitazioni con le macchine. All’Arci, in via dei Ruderi Romani, due famiglie, e due fondi agricoli, hanno come unica via d’accesso un passaggio pedonale. Era il giugno del 2008 quando dai resti di un antico acquedotto romano crollarono […]

Tivoli: famiglie ostaggio delle macerie e della burocrazia

Ostaggio di un cumulo di macerie e della burocrazia, da cinque anni non possono accedere alle proprie abitazioni con le macchine. All’Arci, in via dei Ruderi Romani, due famiglie, e due fondi agricoli, hanno come unica via d’accesso un passaggio pedonale. Era il giugno del 2008 quando dai resti di un antico acquedotto romano crollarono dei pezzi di intonaco. Una parte della strada fu liberata e messa in sicurezza. L’ultimo tratto della via, però, rimase ostruita e chiusa.
Rimpallati tra Soprintendenza e Comune, i residenti sono ormai allo stremo. “Non è di certo una questione di comodità, per avere la macchina sotto casa – spiegano – da cinque anni non possiamo scaricare il gas, ed abbiamo i serbatoi vuoti ora che sta venendo l’inverno. Non possiamo fare lavori di ristrutturazione alle abitazioni, non possiamo acquistare grandi elettrodomestici ma soprattutto non possono arrivare le ambulanze. Con noi abita anche un anziano cardiopatico”. Quando ci fu un’emergenza, la persona che si era sentita male fu trasportata con una carriola fino al parcheggio più vicino.
“I vicini ci hanno fatto passare per favore – proseguono i residenti – ma da tempo siamo costretti solo ad un passaggio pedonale. La Soprintendenza, continua a prometterci i lavori per liberare la strada e sistemare i resti degli acquedotti. Abbiamo scritto decine di lettere per sollecitarli, ma spesso neanche ci rispondono. Continuiamo a sollecitare anche il Comune, nel 2010 ci avevano detto che avevano individuato una strada alternativa ma non è mai stata fatta. Continuiamo ad essere prigionieri delle macerie e della burocrazia. Ora arriva l’inverno e non possiamo accendere i riscaldamenti. Dovremmo svuotare i pozzi neri. Anche per parcheggiare le macchine è un problema”.

Testo da visualizzare in slide show