Padre picchia e insulta la figlia di 10 anni per “conquistare” il suo affetto

In manette è finito un uomo di 38 anni di Tivoli Terme, i carabinieri hanno così “liberato” dall’incubo la piccola, 10 anni, l’ex moglie del padre-padrone e gli ex cognati. L’uomo, con dei precedenti penali legati a questa storia, oltre ad esercitare il grave controllo psicologico sulla figlia aveva preso di mira anche l’ex moglie, […]

Padre picchia e insulta la figlia di 10 anni per “conquistare” il suo affetto


In manette è finito un uomo di 38 anni di Tivoli Terme, i carabinieri hanno così “liberato” dall’incubo la piccola, 10 anni, l’ex moglie del padre-padrone e gli ex cognati.
L’uomo, con dei precedenti penali legati a questa storia, oltre ad esercitare il grave controllo psicologico sulla figlia aveva preso di mira anche l’ex moglie, “colpevole” secondo lui di aizzare la bambina contro di lui. Per la donna botte, minacce anche di morte, insulti e pedinamenti. Stesso trattamento era stato riservato anche alla sorella dell’ex moglie, e al marito, che avevano cercato di difendere la malcapitata.
La triste vicenda andava avanti da tempo, purtroppo. Madre e figlia, seguite dai servizi sociali, più di una volta avevano dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso. Nell’ultima violenza, quella che poi ha fatto aprire le porte di Rebibbia, l’uomo ha rotto il naso all’ex moglie.
Su disposizione del gip del tribunale di Tivoli, i militari della compagnia tiburtina hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare ed ora il padre-padrone è in cella a disposizione dell’autorità giudiziaria. Dovrà rispondere di maltrattamenti nei confronti della figlia ed atti persecutori nei confronti dell’ex moglie e dei cognati.
I militari della compagnia di Tivoli hanno ottenuto il provvedimento restrittivo anche grazie ad un lavoro in rete svolto con una psicologa, gli operatori di un centro antiviolenza, che continuano a seguire la bambina per cercare di farle superare i traumi subiti, i servizi sociali e l’ospedale di Tivoli al quale si sono dovute rivolgere ripetutamente le vittime. L’uomo è finito in cella, a Rebibbia, a disposizione dell’autorità

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