Resta in carcere l’uomo che ha murato la salma del padre per la sua pensione
In attesa dell’autopsia, resta in carcere l’uomo di Subiaco che ha murato il cadavere del padre per prendersi la sua pensione, 1.400 euro al mese. Resta ancora in bilico, quindi, la posizione di Giampiero Di Tullio che, per ora, è accusato di sottrazione di cadavere, truffa aggravata e continuata, abbandono di incapace. Solo l’esito dell’autopsia, […]
In attesa dell’autopsia, resta in carcere l’uomo di Subiaco che ha murato il cadavere del padre per prendersi la sua pensione, 1.400 euro al mese.
Resta ancora in bilico, quindi, la posizione di Giampiero Di Tullio che, per ora, è accusato di sottrazione di cadavere, truffa aggravata e continuata, abbandono di incapace. Solo l’esito dell’autopsia, i cui risultati erano attesi per questa settimana ma che sono slittati alla prossima, potrà dire se l’anziano, Domenico, è stato ucciso dal figlio o meno.
Il corpo del genitore, deceduto nell’agosto del 2011, è stato rinvenuto dai carabinieri di Tivoli e di Subiaco venerdì scorso nella mansarda di un’abitazione in contrada La Maina, nelle campagne sublacensi. I militari, che erano impegnati in un’altra indagine, dopo aver effettuato la macabra scoperta stanno ora indagando per appurare se Giampiero Di Tullio è stato aiutato da qualcuno nell’occultamento del cadavere. La salma dell’anziano è stata dapprima avvolta nella carta da pacchi e nello scotch poi nel cellophane, murata in una nicchia e poi la stanza è stata sigillata con il silicone.
Il figlio, che ha problemi di droga e precedenti penali per spaccio, non aveva grandi rapporti con i vicini ed anche per questo motivo è riuscito a tenere nascosto l’occultamento per tutto questo tempo. A quelle poche domande che gli venivano poste, rispondeva di volta in volta dicendo che il padre o era a Roma, da parenti, o ricoverato in qualche clinica.
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