Stupro de L’Aquila, sconcerto per la sentenza
Le donne tiburtine, che in questi mesi hanno sempre manifestato ad ogni udienza sottolineando anche la barbaria di queste violenze, hanno manifestato il loro sconcerto: “Alle 18, quando è arrivata la sentenza, nel sentire che le aggravanti erano cadute, il gelo si è impossessato di noi – hanno scritto in una lettera – Consapevoli del […]
Le donne tiburtine, che in questi mesi hanno sempre manifestato ad ogni udienza sottolineando anche la barbaria di queste violenze, hanno manifestato il loro sconcerto: “Alle 18, quando è arrivata la sentenza, nel sentire che le aggravanti erano cadute, il gelo si è impossessato di noi – hanno scritto in una lettera – Consapevoli del fatto che nessuna condanna esemplare potesse restituirgli la sua vita, speravamo in un deterrente per chiunque ritenga di poter disporre a suo piacimento del corpo di un’altra persona. Pensavamo che, di fronte alla efferatezza di questa vicenda ci sarebbe stata più durezza e quello che ci ha indignato è stata l’ennesima conferma che il cammino verso la civiltà, nel nostro Paese, è ancora lungo e tortuoso”.
“Avevamo creduto – continuano dall’associazione 8marzo2012 – che affidarsi alla giustizia potesse farci sentire, almeno sostenute e protette, tutelate. Invece, per l’ennesima volta, abbiamo dovuto toccare con il nostro dolore e la nostra rabbia che la cultura dominante, vestita di legislatura, impersonata da un uomo, ci ha scaraventate, di nuovo, in mezzo alla strada, senza alcuna tutela.
Ci auguriamo solo che, a questa giovane donna così provata dalla vita,possa giungere e servire a qualcosa, la nostra presenza e la nostra vicinanza. Veramente con tutta l’anima! Non ci sono parole!”.
Nel pomeriggio seguirà l’intervista all’avvocato della famiglia della vittima, Enrico Maria Gallinaro.
