Boldrini spinge sulla legge, adesso il consenso è dato solo se si dice sì | Pene pesantissime per i trasgressori
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“Solo sì significa sì”: è questo il principio cardine della nuova proposta di legge sul consenso sessuale sostenuta dall’onorevole Laura Boldrini e dal Partito Democratico. L’obiettivo è introdurre in Italia una definizione più chiara e rigorosa del consenso, in linea con le direttive europee e con la Convenzione di Istanbul, rafforzando la tutela delle vittime di violenza e punendo più severamente gli abusi.
La proposta mira a colmare un vuoto giuridico che per anni ha reso difficile provare i casi di violenza sessuale, spostando l’attenzione dalla reazione della vittima all’assenza di consenso esplicito. Con la nuova legge, qualsiasi atto sessuale sarà considerato illecito se non accompagnato da un “sì” chiaro, libero e consapevole. In altre parole, il silenzio, la paura o la confusione non potranno più essere interpretati come consenso implicito.
Il testo, attualmente in discussione in Parlamento, introduce un cambiamento culturale e giuridico profondo, già adottato in diversi Paesi europei come Spagna, Danimarca e Svezia. La norma prevede pene più severe per chi viola il principio del consenso esplicito, con l’aggravante automatica in caso di rapporti ottenuti con coercizione psicologica, abuso di potere o stato di vulnerabilità della vittima.
Il principio del “solo sì” e le nuove tutele per le vittime
Secondo la proposta, il consenso dovrà essere espresso in modo positivo e inequivocabile, anche attraverso gesti o parole, ma non potrà mai essere presunto. La legge riconosce inoltre che il consenso può essere revocato in qualsiasi momento e che la sua assenza trasforma automaticamente l’atto in reato. Una rivoluzione che sposta il focus dalla condotta della vittima a quella del colpevole, semplificando il percorso giudiziario e riducendo il rischio di processi umilianti per chi denuncia.
Il provvedimento introduce anche misure di protezione rafforzate per le vittime di violenza sessuale, tra cui assistenza legale gratuita, percorsi di sostegno psicologico e maggiore tutela della privacy durante le indagini e i processi. Verranno inoltre potenziati i centri antiviolenza e le strutture di accoglienza, con fondi specifici destinati alle regioni e agli enti locali per garantire supporto immediato alle donne in difficoltà.

Pene più severe e maggiore responsabilità sociale
Il nuovo impianto normativo prevede l’aumento delle pene per i reati di violenza sessuale, che potranno arrivare fino a dodici anni di reclusione nei casi più gravi. Chi costringe o induce un’altra persona ad atti sessuali senza consenso rischierà pene più alte e la perdita di benefici come sconti di pena o misure alternative. Sono previste aggravanti specifiche per chi agisce in contesti lavorativi, familiari o educativi, dove esistono rapporti di potere o dipendenza.
Laura Boldrini ha sottolineato che la legge non è solo una norma penale, ma anche uno strumento culturale. “Troppe donne non sono state credute, troppe volte si è chiesto alle vittime di giustificarsi — ha dichiarato —. Con questa legge, l’Italia fa un passo avanti verso una giustizia più giusta”. L’intento è quello di promuovere una nuova consapevolezza sociale, fondata sul rispetto reciproco e sulla libertà individuale.
La proposta ha ricevuto il sostegno di associazioni femministe e centri antiviolenza, ma anche di giuristi e psicologi che ne riconoscono il valore educativo. Tuttavia, non mancano le critiche di chi teme un eccesso di rigidità interpretativa. Gli esperti del Ministero della Giustizia stanno lavorando per definire criteri chiari e applicabili in sede giudiziaria, evitando ambiguità e abusi procedurali.
La legge sul consenso segna una svolta epocale nel contrasto alla violenza di genere: riconoscere che solo un “sì” esplicito costituisce consenso significa dare voce e dignità alle vittime, e rafforzare una cultura fondata sul rispetto e sulla parità. Se approvata, la norma renderà l’Italia uno dei Paesi più avanzati in Europa nella tutela dei diritti delle donne e nella lotta contro ogni forma di abuso.
