Codice della strada più severo | con autovelox e nuovi limiti gli incassi da multe volano a 1,25 miliardi: quali città sentono di più il salasso
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Con il nuovo giro di vite su Codice della strada, autovelox e controlli elettronici, gli incassi da multe sfiorano 1,25 miliardi di euro in un anno, mentre in alcune città il conto per le famiglie è diventato un vero salasso.
Negli ultimi mesi la sicurezza stradale è tornata al centro dell’agenda politica con una riforma che inasprisce sanzioni, regole sugli autovelox e controlli su chi guida distratto, sotto effetto di alcol o droghe. Il risultato è un sistema più severo, con margini di tolleranza ridotti e un uso sempre più capillare dei dispositivi elettronici di rilevazione. Parallelamente, però, cresce anche la percezione di un fisco “mascherato” da multe, soprattutto nelle grandi città e nei centri dove i limiti cambiano di continuo.
Secondo gli ultimi dati nazionali, tra sanzioni per eccesso di velocità, divieti di sosta e violazioni varie del Codice della strada, gli incassi legati alle multe hanno raggiunto quota 1,25 miliardi di euro considerando in particolare i proventi più legati alle nuove regole e ai controlli automatizzati, all’interno di un totale di oltre 1,7 miliardi dichiarati dai Comuni per il 2024. Un flusso di denaro che pesa direttamente sulle tasche degli automobilisti e che, in alcune realtà, ha assunto dimensioni record.
Nuovo Codice, autovelox e limiti: perché le multe aumentano
La stretta parte da una riforma del Codice della strada che rende più dure le sanzioni per chi supera i limiti, anche “di poco” ma in maniera reiterata, e per chi viene sorpreso al telefono mentre guida o in stato di alterazione. Per chi eccede la velocità nei centri abitati in modo ripetuto nell’arco di un anno, le multe si alzano e può scattare la sospensione della patente, con decurtazioni di punti più significative.
In parallelo sono entrate in vigore le nuove norme sugli autovelox: niente apparecchi dove il limite è sotto i 50 km/h, stop a dispositivi piazzati su tratti con limiti “troppo bassi” rispetto a quelli ordinari della strada e distanze minime tra cartelli di preavviso e postazioni di controllo. L’obiettivo dichiarato è frenare le cosiddette “multe selvagge”, ma di fatto il quadro rende i controlli più omogenei e difficili da contestare. In questo contesto, con limiti più chiari ma severi, chi sgarra finisce quasi sempre nel mirino delle telecamere.

Milano, Roma, Firenze e Siena: dove il salasso si sente di più
I numeri mostrano una geografia molto precisa dei “campioni di incassi”. Sulla base dei dati del sistema Siope elaborati a livello nazionale, nel 2024 Milano guida la classifica con oltre 204 milioni di euro incassati da sanzioni stradali, seguita da Roma con 145,8 milioni, poi Firenze con 61,6 milioni e Torino poco sotto i 61,2 milioni. Solo queste quattro città concentrano una fetta rilevantissima dei proventi nazionali, complici traffico intenso, Ztl, corsie riservate e una fitta rete di autovelox e telecamere.
Se si guarda però alla spesa media per abitante, il podio cambia volto: in testa c’è Siena, con una multa pro capite che supera i 170 euro l’anno, davanti proprio a Firenze e Milano, che si attestano rispettivamente intorno ai 170 e ai 149 euro a cittadino. A questi si aggiungono altri capoluoghi come Padova e Verona, dove il rapporto tra multe e popolazione supera ampiamente i 90 euro pro capite. In pratica, chi vive o passa spesso in queste città si trova a contribuire in modo significativo ai bilanci comunali attraverso le contravvenzioni: a fare la differenza sono non solo gli autovelox, ma anche le sanzioni per divieti di sosta, corsie preferenziali, Ztl e accessi non autorizzati.
