Allagamenti improvvisi: se la fogna cede il Comune paga tutto | Ti spiego come chiedere subito il rimborso
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Quando una fogna cede e provoca un allagamento, il Comune può essere chiamato a risarcire tutti i danni: esiste una procedura chiara per ottenere il rimborso e molti cittadini non sanno di averne pieno diritto.
Le piogge intense degli ultimi anni hanno messo a dura prova le reti fognarie di molte città italiane. Non serve un’alluvione per ritrovarsi l’acqua che invade garage, cantine, cortili e perfino abitazioni: basta che un tombino si ostruisca o che una condotta non regga la pressione improvvisa. In questi casi i danni sono immediati e spesso molto costosi, ma pochi sanno che non sempre devono farsene carico da soli.
Secondo la normativa vigente, infatti, la manutenzione della rete fognaria e delle strutture di smaltimento delle acque è responsabilità del Comune o dell’ente gestore del servizio. Se l’allagamento deriva da una mancata manutenzione o da un malfunzionamento imputabile alla gestione pubblica, allora il cittadino ha diritto al risarcimento integrale dei danni subiti. Una tutela importante, soprattutto in un periodo in cui gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti.
Perché il Comune è responsabile quando la fogna non regge
La responsabilità dell’ente pubblico scatta quando il danno deriva da un bene che è sotto il suo controllo. Tombini ostruiti, tubature non pulite, scarsa manutenzione, mancati interventi su segnalazioni precedenti: tutto ciò può trasformare un acquazzone in una cascata devastante capace di sommergere interi locali in pochi minuti. In questi casi non conta solo l’intensità della pioggia, ma anche quanto il sistema fognario fosse pronto a reggerla.
I giudici, in più occasioni, hanno stabilito che il Comune deve dimostrare di aver svolto correttamente la manutenzione e di non aver avuto possibilità di prevedere l’evento. Se non riesce a provare questo, la responsabilità ricade sull’ente, che deve risarcire i cittadini. È un principio molto chiaro: se la fogna cede a causa di incuria, ritardi o scarsa manutenzione, il costo non può ricadere su chi subisce l’allagamento.

Come chiedere il rimborso: la procedura da seguire subito
Chi subisce un allagamento deve agire in fretta, perché le prove sono fondamentali per ottenere il risarcimento. La prima cosa da fare è documentare tutto: fotografie, video, oggetti danneggiati, livelli dell’acqua, ogni dettaglio utile a ricostruire l’evento. Una relazione del tecnico o dei vigili del fuoco rende la richiesta ancora più solida, soprattutto quando certifica che l’allagamento è dovuto al malfunzionamento della rete fognaria.
La domanda di risarcimento va inoltrata al Comune o all’ente gestore, allegando prove, ricevute delle spese sostenute e una descrizione chiara dei danni. Se la richiesta viene respinta senza motivazioni credibili, è possibile rivolgersi al giudice civile, che valuterà la responsabilità dell’ente e il nesso tra la mancata manutenzione e l’allagamento. In moltissimi casi, l’autorità giudiziaria ha riconosciuto il diritto al risarcimento completo, dalle riparazioni ai mobili danneggiati, fino alla perdita di elettrodomestici e veicoli.
Gli allagamenti improvvisi non sono più eventi eccezionali, ma una realtà con cui molti cittadini sono costretti a fare i conti. Sapere come muoversi e quali diritti si possono far valere è fondamentale per non rimanere soli di fronte ai danni. Se la fogna cede, la legge è chiara: il Comune deve rispondere e provvedere al ristoro dei danni. Conoscere la procedura significa non rinunciare a un rimborso che spetta di diritto.
