Amianto, arriva una stretta inattesa | scattano obblighi che cambiano tutto per edifici e attività
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Una nuova direttiva europea impone controlli severi e limiti di esposizione drasticamente ridotti: per imprese, cantieri e strutture pubbliche entra in vigore un cambio di regole che riscrive la gestione del rischio amianto.
La tutela della salute contro l’amianto entra in una fase completamente nuova. Il recepimento italiano della Direttiva UE 2023/2668 introduce infatti obblighi più stringenti, nuove procedure e un drastico abbassamento dei limiti di esposizione per lavoratori e tecnici impegnati in manutenzioni, ristrutturazioni e demolizioni. Una svolta che riguarda migliaia di imprese e che interviene a oltre trent’anni dal divieto di utilizzo dell’asbesto, dimostrando quanto il materiale, pur bandito, continui a rappresentare un rischio concreto in edifici pubblici, cantieri e impianti industriali. Il nuovo quadro normativo impone un cambio di passo che avrà effetti immediati su appalti, lavori privati, cantieri edili e attività impiantistiche.
La modifica non riguarda più soltanto le aziende specializzate in bonifica, ma coinvolge tutte le imprese che operano su strutture potenzialmente contaminate. È una rivoluzione che nasce dall’esigenza di ridurre drasticamente l’esposizione dei lavoratori, garantire controlli più accurati e prevenire rischi che, come dimostrano i dati epidemiologici, possono manifestarsi anche decenni dopo.
Limiti più rigidi e controlli obbligatori prima di ogni intervento
Il cambiamento più significativo riguarda il limite massimo di esposizione. Il valore ammesso scende da 0,1 fibre per centimetro cubo a 0,01 fibre/cm³, con una riduzione del 90%. Una soglia che l’Italia dovrà adottare entro dicembre 2025 e che sarà ulteriormente abbassata grazie a nuove tecniche di rilevazione previste entro il 2029. Parallelamente, ogni impresa sarà obbligata a verificare preventivamente la presenza di materiali contenenti amianto prima di avviare qualunque tipo di lavoro che possa danneggiare strutture preesistenti.
Questo controllo sarà obbligatorio non solo nei casi in cui la presenza di amianto sia nota o sospetta, ma in tutti gli interventi che comportano manutenzione, demolizione o ristrutturazione. Per gli immobili costruiti prima del 1992 gli obblighi diventano ancora più rigidi: dovranno essere reperiti documenti, certificazioni, registri edilizi e, in mancanza di informazioni certe, sarà necessario procedere con indagini tecniche specifiche condotte da professionisti qualificati.

Procedure più severe per imprese, cantieri e personale esposto
La nuova normativa richiede che la valutazione dei rischi venga aggiornata includendo l’esito delle verifiche, le eventuali misure di contenimento, protocolli di bonifica e percorsi formativi mirati. La formazione dei lavoratori diventa infatti un elemento centrale: la direttiva impone corsi più intensi e specifici su dispositivi di protezione, operative corrette e gestione dei rifiuti contaminati. Anche le procedure di decontaminazione vengono rafforzate, prevedendo protocolli obbligatori per personale, attrezzature e materiali rimossi.
L’Unione Europea, inoltre, privilegia in modo netto la rimozione del materiale rispetto a soluzioni temporanee come l’incapsulamento o il confinamento. Una scelta che punta a eliminare il problema alla radice in tutte le situazioni in cui ciò sia tecnicamente possibile, riducendo nel lungo periodo i rischi per lavoratori e cittadini.
Per l’Italia, che ancora oggi conta migliaia di edifici pubblici e privati con materiali contenenti amianto, queste nuove norme avranno un impatto particolarmente rilevante. La presenza diffusa di tettoie in cemento-amianto, coibentazioni datate e strutture industriali con materiali storici rende infatti il settore edilizio uno dei più coinvolti dalla transizione normativa.
Il nuovo quadro regolatorio, se da un lato comporta un aumento di responsabilità e costi per le imprese, dall’altro rappresenta un passo avanti decisivo sul piano della sicurezza. La riduzione drastica dei limiti, unita all’obbligo di controlli preventivi, segna l’inizio di una gestione più consapevole e matura di un rischio che non è mai completamente scomparso. Per migliaia di operatori, la sfida sarà adeguarsi in tempi rapidi a un sistema che chiede più rigore, più formazione, più prevenzione. Una trasformazione che promette però di rendere i luoghi di lavoro più sicuri e le città italiane più protette da un nemico invisibile ma ancora presente.
