Identità digitale: lo SPID diventa a pagamento e cambia tutto | come evitare la trappola dei provider

Spid - Notizialocale

Spid - Notizialocale

Lo SPID potrebbe diventare a pagamento nel 2025 e le nuove condizioni imposte dai provider rischiano di trasformare un servizio nato per essere gratuito in un costo ricorrente per milioni di cittadini.

La questione dell’identità digitale torna al centro del dibattito con l’ipotesi, segnalata da Assoutenti, di introdurre tariffe per il mantenimento dello SPID. Una novità che preoccupa gli utenti, perché lo SPID rappresenta da anni la chiave d’accesso ai principali servizi pubblici online. La prospettiva di un costo annuale cambia radicalmente lo scenario, soprattutto per chi utilizza l’identità digitale solo saltuariamente. L’eventuale modifica appare ancora più delicata considerando che il sistema è stato promosso come strumento gratuito e universalmente accessibile.

Il cambio di modello apre interrogativi su come verrà gestito il rapporto tra utenti e provider. Se da un lato i gestori del servizio parlano di necessità tecniche ed economiche, dall’altro Assoutenti avverte che l’introduzione di costi potrebbe tradursi in un aggravio per le famiglie. La natura pubblica dello SPID, infatti, porta molti a ritenere che eventuali spese non dovrebbero ricadere sui cittadini. A complicare ulteriormente il quadro c’è la possibilità che alcuni provider adottino politiche differenti, con offerte commerciali poco chiare o costi aggiuntivi non immediatamente visibili.

Perché l’introduzione dei costi cambia l’equilibrio

L’eventuale passaggio a un SPID a pagamento rappresenterebbe una svolta significativa nel rapporto tra cittadino e servizi digitali. Per molti utenti, soprattutto quelli meno avvezzi alla tecnologia, il rischio è quello di trovarsi di fronte a scadenze, canoni o opzioni obbligatorie difficili da comprendere. Questo potrebbe tradursi in un aumento delle rinunce, proprio mentre la digitalizzazione della pubblica amministrazione sta accelerando. La prospettiva di nuovi costi rischia di accentuare il divario digitale, penalizzando le fasce di popolazione che già incontrano difficoltà nell’uso degli strumenti online.

Secondo Assoutenti, proprio questo scenario richiede la massima trasparenza: i provider dovrebbero comunicare in modo chiaro ogni eventuale tariffa e specificare quali servizi resterebbero gratuiti. Una comunicazione poco precisa rischierebbe di portare gli utenti a sottoscrivere servizi non necessari, creando confusione e spese evitabili. È per questo che l’associazione invita a prestare attenzione a ogni dettaglio, soprattutto durante eventuali fasi di rinnovo dell’identità digitale o di cambio provider.

Soldi - Notizialocale
Soldi – Notizialocale

Come evitare le offerte ingannevoli dei provider

Se lo SPID dovesse davvero diventare a pagamento, diventerà essenziale distinguere tra ciò che è obbligatorio e ciò che è solo un servizio aggiuntivo proposto dai gestori. Molti provider potrebbero infatti introdurre pacchetti che promettono assistenza, rinnovi più rapidi o funzioni che, nella pratica, non sono indispensabili per l’uso quotidiano dell’identità digitale. La regola fondamentale sarà quella di verificare sempre le condizioni ufficiali, evitando di accettare offerte senza aver letto attentamente la documentazione.

Un altro aspetto cruciale riguarda la possibilità di cambiare provider, un’opzione spesso sottovalutata dagli utenti. Qualora un gestore imponesse costi eccessivi o poco chiari, sarebbe possibile rivolgersi a un altro operatore abilitato, mantenendo pienamente attiva la propria identità digitale. Fare attenzione ai messaggi promozionali, controllare la presenza di eventuali rinnovi automatici e verificare i costi reali del servizio permetterà a ogni cittadino di muoversi con maggiore sicurezza. Solo un approccio informato può evitare di cadere nella trappola delle offerte fuorvianti, soprattutto in un momento di cambiamenti così rilevanti per l’identità digitale.