ATAC in azione | Parte la sperimentazione delle bodycam per autisti e controllori: le nuove misure anti aggressione
ATAC Roma (Wiki) - Notizialocale
Nel contesto della mobilità urbana romana, cresce la necessità di tutelare il personale del trasporto pubblico. Autisti e controllori del sistema ATAC vivono quotidianamente la difficoltà di operare in ambienti complessi, con frequenti episodi di aggressione e tensione. Per affrontare questa situazione, l’azienda ha annunciato l’avvio di una sperimentazione che prevede l’introduzione delle bodycam – telecamere indossabili – e altri strumenti di sicurezza, come pulsanti d’emergenza, a bordo dei mezzi. Si apre così una nuova fase per la protezione del personale e dei passeggeri nel cuore della Capitale.
Del piano si è parlato nel corso di incontri tra azienda, sindacati e Prefettura, dove è stato approvato un protocollo d’intesa volto a creare un ambiente più sicuro sui bus, tram e metro della Capitale. Le bodycam diventano lo strumento centrale di questa strategia, perché possono documentare eventi di violenza, raccogliere prove utili per le forze dell’ordine e fungere da deterrente contro comportamenti aggressivi.
Cosa prevede la fase pilota: modalità e strumenti di sicurezza
La sperimentazione prevede che alcuni autisti e controllori selezionati saranno dotati di bodycam montate sulla divisa o sulla cintura. Le telecamere registrano audio e video e si attivano solo in casi di potenziale rischio: l’operatore decide quando premere il pulsante di registrazione, in presenza di una situazione critica. Inoltre, sarà potenziato l’uso del “panic button”, un allarme collegato direttamente alle centrali operative o alle forze di polizia che consente di segnalare un’emergenza improvvisamente.
Dal punto di vista tecnico, le bodycam sono state configurate per rispettare le normative sulla privacy: le immagini sono criptate, non accessibili dall’operatore e scaricate solo da soggetti autorizzati. Non si tratta di un presidio per ogni viaggio, ma di strumenti a supporto nelle fasce orarie e sulle linee più soggette a rischio. I sindacati, da parte loro, hanno chiesto una copertura ampia, formazione specifica per il personale e una mappatura delle linee critiche.
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Obiettivi, benefici per il servizio e prossimo passi
L’obiettivo dichiarato dall’azienda è duplice: da un lato aumentare la sicurezza degli operatori, offrendo strumenti concreti di protezione; dall’altro migliorare la certezza del servizio per i passeggeri, riducendo il numero degli eventi che compromettono viaggi e continuità. Un personale più tutelato significa mezzi più efficienti e maggiori condizioni di serenità per tutti.
Il protocollo prevede un monitoraggio della fase pilota, con raccolta dati su aggressioni, attivazioni delle bodycam e utilizzo del panic button. Al termine del periodo di test saranno valutati i risultati per un’eventuale estensione. È prevista anche una comunicazione ai cittadini: i passeggeri dovranno essere informati della presenza possibile delle telecamere a bordo e delle condizioni d’uso.
Per la città di Roma, questa misura rappresenta un segnale concreto: la mobilità pubblica non è solo un servizio logistico, ma anche uno spazio di relazione e sicurezza. Rendere più protetti i conducenti e i controllori significa potenzialmente aumentare la fiducia nei mezzi pubblici, aspetto fondamentale in una metropoli che punta a decongestionare l’auto privata e valorizzare il trasporto collettivo. Il percorso appena avviato può aprire la strada a una maggiore professionalizzazione del servizio e a standard più elevati di tutela per chi opera ogni giorno in prima linea.
