Pensionati autonomi: arriva lo sconto contributivo del 50% | metà contributi, doppia libertà finanziaria

Pensionati autonomi: arriva lo sconto contributivo del 50% | metà contributi, doppia libertà finanziaria

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Per molti lavoratori che hanno superato l’età della pensione, continuare a svolgere la propria attività non significa solo incrementare le entrate, ma preservare una routine, un ruolo sociale, un equilibrio personale.

Tuttavia, tra tasse e contributi, la scelta di restare attivi può trasformarsi in un impegno oneroso. Da qui nasce una domanda sempre più diffusa: è davvero possibile pagare la metà dei contributi? Negli ultimi mesi il tema è tornato sotto i riflettori grazie a un aggiornamento normativo che ha cambiato le regole del gioco proprio per chi continua a lavorare dopo i 65 anni. Un cambiamento che riguarda migliaia di artigiani, commercianti e autonomi agricoli, e che permette, in presenza di alcune condizioni, di ottenere uno sconto contributivo significativo.

La misura esiste da anni, ma solo ora il suo raggio d’azione è diventato realmente universale, grazie all’intervento della Cassazione e alla successiva revisione dell’Inps. Ecco cosa sta accadendo e quali categorie possono beneficiarne.

La normativa di riferimento, contenuta nella legge 449/1997, prevede un’agevolazione dedicata ai lavoratori autonomi che, pur essendo già pensionati, scelgono di continuare la propria attività professionale. Si tratta di una misura pensata per non scoraggiare chi, superati i 65 anni, decide di rimanere economicamente attivo.

Il beneficio non è automatico: occorre presentare domanda all’Inps. Una volta accolta, l’aliquota contributiva si dimezza, riducendo in modo consistente l’esborso annuale. La riduzione riguarda tre categorie precise: artigiani, commercianti e autonomi agricoli.

L’unico effetto collaterale previsto dalla legge riguarda il supplemento di pensione maturato con i nuovi contributi: anch’esso verrà calcolato in misura ridotta, poiché proporzionato ai versamenti effettivi. Un quadro chiaro e semplice, almeno fino a quando non emergeva una distinzione che aveva creato non pochi problemi.

La svolta della Cassazione: la misura vale anche per chi ha la pensione contributiva pura

Per anni, i pensionati autonomi con assegno calcolato interamente con il metodo contributivo erano stati esclusi dalla riduzione del 50%. L’interpretazione dell’Inps era infatti restrittiva: secondo l’istituto, lo sconto spettava solo a chi aveva una pensione retributiva o mista.

A febbraio 2025, però, la Cassazione con la sentenza n. 3270 ha chiarito definitivamente il punto: la legge non fa alcuna distinzione basata sul metodo di calcolo della pensione. Il beneficio, quindi, deve essere riconosciuto a tutti i pensionati ultra 65enni che continuano a versare contributi, senza eccezioni.

Pochi mesi dopo, l’Inps ha recepito l’indicazione con il messaggio n. 3486/2025, eliminando la precedente interpretazione e aprendo così la strada anche ai pensionati con sistema contributivo puro.

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Domande respinte? Ora puoi recuperare: ecco come funziona

Il cambio di rotta ha un effetto estremamente pratico: chi si era visto negare lo sconto può ripresentare la domanda. Non solo. Se negli anni passati sono stati versati contributi in misura piena pur avendo diritto alla riduzione, è possibile richiedere il rimborso della parte pagata in eccesso.

Ci sono però due limiti fondamentali:

• il rimborso può essere richiesto solo entro i termini di prescrizione (5 o 10 anni, a seconda dei casi);
• non è possibile recuperare quanto già utilizzato per liquidare un supplemento di pensione.

In altre parole, chi non ha mai beneficiato dello sconto ma ne aveva diritto, oggi può finalmente rientrare in possesso della somma versata in più negli anni recenti.

La revisione dell’Inps ha un impatto anche sul contenzioso in corso. Le sedi territoriali dell’istituto devono riesaminare d’ufficio i dinieghi notificati negli anni passati e, se ne ricorrono le condizioni, riconoscere automaticamente il beneficio.

Gli avvocati dell’Inps hanno ricevuto l’indicazione di abbandonare le cause tuttora pendenti, riconoscendo la validità della nuova interpretazione. Fa eccezione solo una categoria: le sentenze già passate in giudicato, che restano definitive e non modificabili.

Una misura che alleggerisce il peso dei contributi e offre ai professionisti senior un margine di libertà economica in più, permettendo loro di continuare a lavorare senza subir