Patanè attacca la cultura dell’auto: serve uno spartiacque sulla mobilità | previste misure che cambiano le abitudini

Patanè attacca la cultura dell’auto: serve uno spartiacque sulla mobilità | previste misure che cambiano le abitudini

eugenio_patane_-_il_problema_della_mobilita_a_roma_-_notizialocale.it

L’assessore alla Mobilità di Roma, Eugenio Patanè, rilancia la trasformazione del modello di spostamento nella Capitale: meno spazio alle auto, più intermodalità, nuove infrastrutture e interventi strutturali che puntano a cambiare abitudini radicate.

Roma sta vivendo una fase cruciale per la mobilità. Da un lato cresce l’apprezzamento dei cittadini per il trasporto pubblico, grazie a bus rinnovati, filobus rimessi in servizio, nuove pensiline e un netto incremento delle frequenze sulla linea B della metropolitana. Dall’altro, però, aumenta anche il numero delle auto circolanti, segno che la cultura dell’automobile resta profondamente radicata. Un quadro contraddittorio che, secondo l’assessore Patanè, va letto con equilibrio: la domanda complessiva di mobilità è aumentata e, insieme al trasporto pubblico e alla sharing mobility, si muovono di più anche i veicoli privati.

Per questo l’assessore indica la necessità di un vero spartiacque culturale. Le politiche di mobilità adottate nelle grandi capitali europee mostrano che l’unica strada percorribile è un mix tra ampliamento dell’offerta pubblica e disincentivo all’uso dell’auto. Roma si sta muovendo in questa direzione: l’introduzione dei varchi in uscita nella ZTL centrale, l’estensione della sosta tariffata e la progressiva riduzione degli abbonamenti — che secondo Patanè rappresentano una distorsione del sistema — sono strumenti pensati per scoraggiare la dipendenza dall’automobile e favorire una rotazione più efficiente degli stalli.

Una città da ricostruire dalle fondamenta: ferro, manutenzioni e nuove linee

Patanè rivendica soprattutto il lavoro “invisibile” svolto in questi anni, definendolo una ricostruzione dalle fondamenta del sistema di trasporto. Il restauro profondo dell’armamento della Metro A, l’aggiornamento degli impianti elettrici e la mappatura completa dei cavi sono interventi tecnici che non fanno notizia, ma che secondo l’assessore rappresentano la condizione necessaria per dare stabilità al servizio. La stessa logica guida gli investimenti: già impiegati circa 600 milioni per manutenzioni straordinarie e altri 600 da spendere, in vista di un futuro che richiede ulteriori infrastrutture per almeno 20 miliardi.

Tram e metro restano al centro della strategia. I quattro nuovi progetti tranviari sono avviati o in aggiudicazione, e la rete esistente — chiusa in parte per lavori — riaprirà progressivamente, con il completamento previsto a dicembre. Gli attesi nuovi tram arriveranno dal 2026, mentre l’apertura delle stazioni Colosseo e Porta Metronia è fissata per dicembre, salvo gli ultimi adempimenti tecnici. Anche i nuovi treni Hitachi per la linea B attendono una pianificazione definitiva, frenata da ritardi del costruttore e dalla necessità di conciliare le prove con le manutenzioni notturne.

Traffico-Roma_-_serve_uno_spartiacque_-_botizialocale.it

Meno auto e più “democrazia dei vettori”: la rivoluzione passa dalla strada

In una città con un numero di auto immatricolate superiore a quello delle patenti, e con centinaia di migliaia di veicoli senza assicurazione o bollo, la gestione dello spazio pubblico è una sfida centrale. Per Patanè la chiave non è solo ridurre le auto in movimento, ma intervenire sullo spazio occupato inutilmente dalle vetture ferme, che rappresentano la quota più consistente del problema. L’obiettivo è ridisegnare la città secondo una logica “intermodale”, dove ciclabili, corsie preferenziali, sharing mobility e trasporto pubblico convivono in modo armonico, sostituendo gradualmente quella che l’assessore definisce “la dittatura dell’autovettura”.

La strategia passa anche da nuove isole pedonali e da una gestione più razionale della viabilità nei quartieri. Le ciclabili, spesso al centro di proteste, resteranno una priorità: 25 chilometri già realizzati e altri 25 da costruire nei prossimi mesi per rispettare le scadenze del PNRR. Le contestazioni, osserva l’assessore, riguardano solo poche centinaia di metri su decine di chilometri e derivano più da resistenze al cambiamento che da errori strutturali. Quando emergono criticità reali — come nel caso di San Basilio — l’amministrazione interviene, senza rinunciare alle opere ma adattandole per migliorare la convivenza tra sicurezza e vivibilità.

Il futuro della mobilità romana, nelle intenzioni di Patanè, dovrà puntare su un deciso riequilibrio: nuove tranvie, pedonalizzazioni strategiche e una rete integrata che permetta ai cittadini di scegliere mezzi diversi per spostarsi senza dipendere dall’auto privata. Un percorso lungo, complesso e spesso contestato, ma che secondo l’assessore rappresenta l’unica risposta efficace al traffico, all’inquinamento e alla congestione che da decenni affliggono la Capitale.