Trasferirsi con il figlio minore | Si rischia di perdere l’affidamento? Cosa prevede davvero la legge

Trasferirsi con il figlio minore | Si rischia di perdere l’affidamento? Cosa prevede davvero la legge

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Il trasferimento di uno dei genitori può modificare l’affidamento, ma non sempre comporta la perdita automatica della responsabilità genitoriale.

Molti genitori affidatari si domandano se, trasferendosi in un’altra città o regione, possano perdere l’affidamento del figlio minore. La risposta non è affermativa in ogni caso: la normativa italiana prevede che si valuti l’insieme delle condizioni di cura, stabilità e mantenimento dei rapporti affettivi con entrambi i genitori. Non è quindi lo spostamento geografico in sé a determinare la perdita dell’affidamento, ma se il trasferimento compromette l’interesse del minore e la sua continuità con entrambi i genitori.

In particolare, nei casi di affido condiviso, il genitore collocatario che intende cambiare residenza insieme al figlio deve ottenere il consenso dell’altro genitore o, in assenza di accordo, l’autorizzazione del giudice. Se ciò non avviene, il trasferimento può essere considerato causa di revisione della misura di affidamento, qualora risulti che la nuova condizione rende difficoltoso un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori.

Quando il trasferimento può incidere sull’affidamento

La giurisprudenza ha precisato che un trasferimento non autorizzato può configurare un elemento rilevante ai fini della modifica dell’affidamento o del collocamento del minore. In particolare, si valuta se la nuova residenza allontana il figlio dal genitore non collocatario in maniera tale da ostacolare l’esercizio del suo diritto di frequentazione, se comporta cambiamenti nell’ambito scolastico, sociale o relazionale del minore, o se incide sulla necessaria stabilità educativa.

Ad esempio, la Corte di Cassazione ha stabilito che «non può giustificare da sola l’affidamento esclusivo la scelta, non concordata con l’altro genitore, di trasferirsi con i figli in un’altra città». Ciò significa che il semplice trasferimento non è sufficiente per perdere l’affidamento, ma se tale trasferimento ha conseguenze concrete sulla relazione del figlio con l’altro genitore, esso può essere motivo per il giudice di intervenire.

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Cosa fare se si intende trasferirsi e come tutelare l’affidamento

Prima di un trasferimento è fondamentale comunicare la nuova residenza all’altro genitore e, se richiesto, richiedere l’autorizzazione del giudice. È utile valutare e documentare le ragioni del trasferimento (lavorative, familiari, logistiche) e come verranno garantiti i rapporti tra il figlio e l’altro genitore, ad esempio attraverso visite frequenti, videochiamate o il mantenimento della scuola nella località originaria.

In questo modo il trasferimento può essere gestito in modo tale da non rappresentare un rischio per l’affidamento. Se invece si procede senza accordo o autorizzazione, si espone al rischio che l’altro genitore chieda una modifica del provvedimento di affidamento. In questi casi, l’obiettivo del giudice sarà sempre quello di verificare quale soluzione meglio risponda all’interesse del minore.