Multe autovelox, da oggi si possono annullare con un click | Ci metti 3 secondi

Multe autovelox, da oggi si possono annullare con un click | Ci metti 3 secondi

addio_autovelox_-_notizialocale.it

Parte una rivoluzione destinata a cambiare la vita di milioni di automobilisti: solo gli autovelox presenti nel portale ministeriale saranno validi. Tutti gli altri diventano “fantasma”.

Il sistema dei controlli di velocità entra ufficialmente in una nuova era. Dal 30 novembre, infatti, ogni autovelox presente sulle strade italiane dovrà essere registrato nell’elenco pubblico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: un archivio nazionale consultabile da chiunque, destinato a diventare il vero spartiacque tra una multa valida e una sanzione contestabile. Per la prima volta, gli automobilisti hanno uno strumento immediato e incontestabile per verificare se il dispositivo che li ha immortalati fosse autorizzato o meno.

Gli apparecchi non censiti dovranno essere spenti e non potranno più generare multe. E se lo faranno, quelle sanzioni avranno un destino quasi certo: essere annullate in sede di ricorso. Una svolta che nasce dall’esigenza di garantire maggiore trasparenza e mettere ordine in un panorama fatto spesso di installazioni poco chiare, differenze interpretative e un mare di ricorsi che per anni ha diviso automobilisti e amministrazioni locali.

Come funziona il nuovo sistema: cosa cambia davvero da oggi

La riforma non arriva all’improvviso: affonda le radici in una serie di provvedimenti – dal decreto Infrastrutture 2025 al decreto dirigenziale 367/2025 – che hanno imposto a Comuni, Province, Regioni e forze dell’ordine un obbligo preciso. Ogni autovelox deve essere registrato sulla piattaforma ministeriale con una scheda tecnica dettagliata: marca, modello, numero di serie, tipo di dispositivo, firmware installato, luogo esatto di posizionamento, e soprattutto il titolo autorizzativo, cioè se è stato approvato o omologato.

Da oggi, sul sito del MIT comparirà l’elenco completo degli apparecchi censiti. Basta un click per verificare se il dispositivo che ha generato la multa era regolarmente registrato nel giorno dell’infrazione. In caso contrario, la sanzione può essere contestata. Non servono più richieste formali, lunghe attese né accessi agli atti: la verifica diventa immediata, pubblica e trasparente.

addio_autovelox_-_notizialocale.it

Il nodo omologazione: perché la guerra tra MIT e Cassazione non è finita

Se da un lato il nuovo archivio ministeriale offre una certezza in più, dall’altro non risolve una delle questioni più delicate degli ultimi anni: la differenza tra approvazione e omologazione. Secondo l’articolo 142 del Codice della strada, solo i dispositivi omologati possono costituire prova certa delle infrazioni. La Cassazione, con sentenze molto recenti, ha ribadito che l’approvazione non basta. Per i giudici, queste due procedure non sono equivalenti.

Di diverso avviso il MIT, che ritiene che approvazione e omologazione siano procedure alternative e valide allo stesso modo, sostenendo che una lettura rigorosa metterebbe a rischio la sicurezza stradale e renderebbe inutilizzabili molti dispositivi oggi operativi. Il risultato? Una riforma che porta più ordine, ma che apre inevitabilmente un nuovo fronte di ricorsi. Perché un autovelox può essere regolarmente registrato nel portale, ma comunque essere annullabile se sprovvisto di omologazione secondo i criteri della Cassazione.

Il nuovo censimento porta un archivio finalmente accessibile, mappe aggiornate e una maggiore trasparenza per chi guida. Ma non scioglie completamente i nodi giuridici che da anni attraversano questo settore. Ciò che è certo è che da oggi una multa emessa da un dispositivo non registrato non avrà più alcun valore: e questo, per milioni di automobilisti, rappresenta un cambio epocale.