Auto che guidano da sole a Roma | Patanè apre al trasporto pubblico a chiamata: il nodo del Codice della Strada
Automobile senza guida (Pexels) - NotiziaLocale
Un domani non troppo lontano i mezzi del trasporto pubblico potrebbero circolare a Roma senza una persona al volante. È lo scenario evocato dall’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè durante l’incontro “Guida autonoma: capire per guidare dall’Italia il futuro”, ospitato nella sala Spazio Europa nella giornata di lunedì 1° dicembre. Un appuntamento che si è svolto proprio mentre in città Tesla avvia i primi test drive con auto in grado di muoversi in modalità autonoma sulle strade romane.
Per chi è cresciuto con i telefilm come “Supercar” e la leggendaria auto parlante KITT, l’idea di sedersi in vettura e lasciarla guidare da sola sembrava pura fantascienza. Oggi non è più così: i veicoli con sistemi di guida autonoma sono già realtà in diverse parti del mondo, mentre in Italia l’utilizzo su strada resta ancora vincolato da norme che richiedono la presenza umana alla guida. Il dibattito aperto a Roma punta proprio a capire come colmare questo divario e se la Capitale possa diventare un laboratorio di sperimentazione.
Roma e i bus a chiamata senza conducente: la proposta di Patanè
L’incontro è stato organizzato dagli europarlamentari Nicola Zingaretti, capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo, e Pierfrancesco Maran (S&D), con l’obiettivo di discutere il futuro della mobilità e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. In sala, oltre a ricercatori, rappresentanti istituzionali e imprese, erano presenti anche il parlamentare del Pd Andrea Casu e l’assessore Patanè, che ha tracciato una possibile applicazione concreta della guida autonoma a Roma.
L’idea indicata dall’assessore riguarda in particolare il servizio di trasporto pubblico a chiamata, quei mezzi che funzionano in modo simile a un taxi collettivo, attivi soprattutto nelle zone periferiche e meno servite della città. «Le città, e tra queste Roma, sono pronte ad affrontare la sfida dell’introduzione dei veicoli a guida autonoma soprattutto per i servizi di trasporto pubblico a chiamata», ha dichiarato Patanè, aprendo alla possibilità di testare in questo ambito veicoli senza conducente.
Non sarebbe un debutto assoluto: già nel 2019 l’allora Giunta Raggi aveva sperimentato “Navya”, un piccolo mezzo a guida autonoma circolato in prova su percorsi dedicati. Oggi il tema torna al centro dell’agenda con maggiore forza, anche perché i sistemi di guida assistita e automatizzata si sono evoluti rapidamente e il mercato, a partire da Tesla, inizia a proporre test pensati per il grande pubblico.
Patanè ha sottolineato come la guida autonoma possa rappresentare «un’innovazione molto importante per aumentare la sicurezza stradale, la riduzione dell’inquinamento e la fluidificazione del traffico». Da qui la richiesta di costituire un tavolo nazionale per eliminare le barriere normative che oggi impediscono la diffusione di questi veicoli nei servizi di mobilità urbana.
L’ostacolo principale è infatti il Codice della Strada, che all’articolo 46 definisce i veicoli come «tutte le macchine di qualsiasi specie, che circolano sulle strade guidate dall’uomo». È proprio questa formulazione a impedire, al momento, la circolazione ordinaria di auto completamente autonome in Italia, rendendo necessarie modifiche legislative per fare spazio a un nuovo modello di mobilità.
Tesla, Europa e futuro della guida autonoma: la sfida per non restare indietro
Il tema può sembrare distante, ma a Roma alcuni segnali concreti sono già arrivati. Nei mesi scorsi Tesla ha effettuato un test drive sperimentale con una vettura a guida autonoma sulle strade della Capitale, tra traffico intenso, monopattini, doppie file e comportamenti spesso poco virtuosi da parte degli altri utenti della strada. Dal 1° dicembre, inoltre, presso i concessionari Tesla di Roma è possibile prenotare un test drive come passeggeri: il cliente si siede sul sedile accanto, mentre è la tecnologia a gestire il veicolo, mostrando dal vivo potenzialità e limiti di queste soluzioni.
Per l’europarlamentare Nicola Zingaretti, la guida autonoma non è più fantascienza ma «una rivoluzione industriale e culturale che sta già cambiando il mondo». Secondo Zingaretti, Italia ed Europa non possono permettersi di «arrivare ultimi» e devono «capire, decidere, investire e governare questa transizione» per difendere lavoro, innovazione e competitività. Il fatto che il dibattito parta da Roma, ha sottolineato, è simbolico: «la città dove un tempo circolavano le bighe oggi apre una discussione sul futuro della mobilità: non subire il futuro, ma costruirlo».
Anche Pierfrancesco Maran ha insistito sul potenziale trasformativo di questa tecnologia: la guida autonoma, ha ricordato, può garantire servizi in fasce orarie e in aree oggi scoperte, ridurre in modo significativo il tasso di incidentalità e offrire un’alternativa concreta a chi non può o non riesce più a guidare, all’interno di un modello di mobilità «pulita e sostenibile». La sfida, per l’Italia e per l’Europa, è quella di non limitarsi a subire innovazioni decise altrove, ma diventare protagoniste di un modello europeo di guida autonoma.
Il parlamentare Andrea Casu ha ricordato come il Parlamento abbia già dato un segnale approvando all’unanimità alcune risoluzioni sul tema, chiedendo ora al Governo di intervenire su un Codice della Strada definito «anacronistico» e di coinvolgere da subito i sindacati, per scrivere insieme a lavoratori e imprese un piano che affronti anche l’impatto occupazionale delle nuove tecnologie.
In questo scenario, Roma appare come un possibile laboratorio per i servizi pubblici a chiamata basati sulla guida autonoma, a condizione che il quadro normativo si aggiorni e che le sperimentazioni vengano accompagnate da regole chiare su sicurezza, responsabilità e tutela dei passeggeri. Tra suggestioni da telefilm e rivoluzioni industriali, la sfida lanciata dallo Spazio Europa è proprio questa: trasformare le auto che guidano da sole da curiosità tecnologica a strumento concreto di mobilità urbana, senza lasciare che siano altri a scriverne le regole.
