Questi borghi italiani ti pagano per andarci a vivere: smetti di sopravvivere in città e ricomincia davvero

Questi borghi italiani ti pagano per andarci a vivere: smetti di sopravvivere in città e ricomincia davvero

Borghi-Notizialocale.it (Fonte:Pexels)

In Italia ci sono borghi che offrono contributi economici concreti per attirare nuovi residenti: fino a 28.000 euro per chi si trasferisce, fondi per comprare casa, aiuti per ristrutturare e incentivi per aprire attività. Un’occasione reale per cambiare vita lasciando la città.

Il fenomeno è stato analizzato anche da Men’s Health, che ha raccolto le iniziative dei piccoli comuni italiani impegnati a contrastare lo spopolamento. La logica è semplice: molti borghi stanno perdendo abitanti, servizi e attività commerciali. Offrire denaro a chi sceglie di trasferirsi è diventato un modo per mantenere vive comunità che rischiano di svuotarsi del tutto.

Ma non parliamo di simboliche agevolazioni: in alcuni casi le cifre sono significative e, soprattutto, immediate. Sono sempre di più le famiglie che, stanche degli affitti altissimi e dello stress cittadino, stanno guardando a queste opportunità come un modo per ricominciare con ritmi più umani.

Quanto ti danno davvero: gli incentivi più alti da Nord a Sud

Le iniziative sono numerose e specifiche. Tra i casi più significativi troviamo:

Sant’Elia a Pianisi (Molise): il comune offre fino a 20.000 euro a chi apre un’attività commerciale o artigianale all’interno del borgo, con fondi destinati anche ai giovani imprenditori.

Biccari (Puglia): incentivi per chi decide di trasferirsi in paese e fino a 15.000 euro per ristrutturare una casa nel centro storico. Il borgo mette inoltre a disposizione case in vendita a 1 euro.

Ropponi e altri borghi del Piemonte: contributi fino a 28.000 euro destinati a famiglie e lavoratori in smart working disposti a trasferirsi stabilemente in zona.

Calabria interna (diversi piccoli comuni): incentivi compresi tra 10.000 e 15.000 euro per chi prende la residenza e avvia un’attività economica o un servizio utile al territorio.

Molti altri borghi — soprattutto in Abruzzo, Sicilia, Toscana e nelle aree alpine del Nord — stanno adottando misure simili. Alcuni offrono anche affitti calmierati o contributi mensili per i primi anni di residenza.

Borghi, dove andare a vivere-Notizialocale.it (Fonte: Pexels)

Perché conviene davvero trasferirsi: qualità della vita, costi bassi e comunità accoglienti

Oltre ai contributi economici, il vantaggio più grande è un altro: la qualità della vita. La maggior parte di questi borghi offre aria pulita, sicurezza, silenzio, ritmi più lenti e spazi naturali in cui muoversi senza stress. Per famiglie con figli, professionisti in smart working o pensionati, rappresentano una alternativa concreta alla vita nelle metropoli.

Molti di questi comuni hanno investito nella fibra ottica, rendendo possibile lavorare a distanza senza problemi. Il costo medio della vita è inferiore del 30-50% rispetto a Milano, Roma o Firenze, con affitti che in alcuni casi non superano i 250 euro al mese.

Le amministrazioni che aderiscono a questi progetti chiedono impegni minimi: residenza obbligatoria per 2-5 anni, apertura o mantenimento di un’attività, o semplice presenza stabile nel borgo. In cambio, offrono sostegni economici, accompagnamento burocratico e perfino tutoraggio per chi avvia imprese locali.

Quella che fino a pochi anni fa sembrava un’idea romantica — lasciare la città per rifugiarsi in un borgo — oggi è una possibilità concreta, sostenuta da contributi reali e da comunità pronte ad accogliere nuovi abitanti. Per molti potrebbe essere il momento giusto per fare il passo: non più sopravvivere tra traffico e affitti impossibili, ma vivere in un luogo che ti paga per ripartire.