Scossone nella sanità di Roma: lo Stato si riprende il Forlanini, l’Umberto I cambia padrone
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Un’operazione senza precedenti tra Stato e Regione accelera sul futuro dell’Umberto I, dell’ex Forlanini e del Bambino Gesù
Per chi vive a Roma o utilizza quotidianamente i suoi ospedali, la notizia ha il peso di una piccola rivoluzione. La mappa della sanità pubblica capitolina sta per essere riscritta attraverso un maxi scambio di proprietà tra Stato e Regione Lazio, un passaggio che apre ufficialmente la strada a cambiamenti attesi da anni. Strutture storiche come il Policlinico Umberto I e l’ex ospedale Forlanini entrano in un nuovo capitolo, mentre il progetto del nuovo Bambino Gesù compie un salto decisivo verso la realizzazione.
La Commissione Bilancio della Camera ha infatti approvato un emendamento al decreto Economia che mette nero su bianco ciò che fino a poche settimane fa era solo un’ipotesi progettuale. Da qui si muove un riassetto che punta a razionalizzare spazi, modernizzare servizi e restituire funzionalità a immobili rimasti per anni in limbo, tra burocrazia e vincoli istituzionali.
Lo scambio Umberto I–Forlanini: cosa cambia davvero
Il cuore dell’operazione è un doppio trasferimento che ridisegna le proprietà delle due strutture. La porzione del Policlinico Umberto I attualmente di proprietà dello Stato passa alla Regione Lazio, con un vincolo perpetuo di destinazione ospedaliera pubblica. Si tratta di un passaggio fondamentale perché la Regione potrà finalmente gestire in modo diretto programmazione, investimenti e adeguamenti dell’ospedale universitario, come anticipato dallo stesso presidente Francesco Rocca durante un’audizione di ottobre.
Parallelamente, l’ex ospedale Carlo Forlanini — chiuso dal 2015 e da anni al centro di discussioni su quale dovesse essere il suo destino — viene trasferito allo Stato. Il cambio di proprietà non è un dettaglio tecnico: è il tassello necessario per sbloccare l’accordo già firmato nel 2024 tra Palazzo Chigi e la Santa Sede, che prevede proprio l’insediamento del nuovo ospedale pediatrico Bambino Gesù all’interno dell’area Forlanini.
Solo dopo il passaggio al Demanio statale potrà infatti avvenire la consegna formale alla Santa Sede, consentendo l’avvio della trasformazione dell’immenso complesso in un nuovo polo di eccellenza. Un salto progettuale che il sindaco Roberto Gualtieri ha definito “un’opportunità straordinaria per rigenerare un quartiere intero e rafforzare un presidio sanitario di livello mondiale”.

Il nuovo Bambino Gesù al Forlanini: un progetto che accelera
L’operazione sull’ex Forlanini è quindi la chiave di volta per il futuro del Bambino Gesù. La dichiarazione di intenti siglata l’8 febbraio 2024 dal cardinale Pietro Parolin e dal sottosegretario Alfredo Mantovano prevedeva già la volontà di trasferire l’ospedale pediatrico nella struttura, ma finora mancava la base formale per procedere. Con lo scambio approvato alla Camera, il governo sblocca definitivamente il percorso.
Il progetto non riguarda solo la costruzione di una nuova sede, ma anche il destino della storica struttura di piazza Sant’Onofrio e la creazione di un polo integrato che potrebbe ridisegnare il modo in cui Roma eroga servizi pediatrici e altamente specialistici. Una trasformazione complessa, che RomaToday ha seguito con numerosi approfondimenti, e che ora entra in una fase accelerata.
La riorganizzazione degli ospedali romani, dunque, non è più un orizzonte lontano ma un processo già avviato, in cui scelte politiche, urbanistiche e sanitarie si intrecciano. Per la città e per i cittadini significa l’inizio di una stagione di cambiamenti che potrebbe, finalmente, restituire efficienza e visione a strutture che per anni sono rimaste sospese tra passato e futuro.
