Ambulanze ferme nel traffico del Gra: tempi d’attesa record per i soccorsi | il tratto incriminato sorprende tutti
Ambulanza - Notizialocale(pexels)
Sul Grande Raccordo Anulare le sirene non bastano più ad aprire la strada: le ambulanze restano intrappolate nel traffico e i tempi di attesa per i soccorsi raggiungono livelli mai registrati, con un tratto del Gra che negli ultimi giorni ha sorpreso anche gli operatori più esperti.
Nel quadrante sud della Capitale, dove il Gra si intreccia con flussi continui di pendolari e mezzi pesanti, le ambulanze dirette verso gli ospedali romani si ritrovano sempre più spesso a procedere a passo d’uomo nonostante codici d’emergenza, lampeggianti accesi e sirene a pieno volume. A segnalare l’anomalia sono gli stessi autisti soccorritori, costretti a fare i conti con una congestione che non lascia vie di fuga e che rischia di compromettere interventi critici come infarti, incidenti stradali e crisi respiratorie. In alcuni casi, raccontano, l’arrivo sul luogo dell’emergenza è slittato di oltre venti minuti, un margine che può fare la differenza tra la vita e la morte.
Al centro della critica, nelle ultime ore, è finito un tratto del Gra che non rientra nei soliti “punti neri” noti agli automobilisti. Un segmento di carreggiata considerato fino a poco tempo fa scorrevole, improvvisamente trasformato in un imbuto capace di paralizzare le corsie centrali e quelle laterali. Qui decine di equipaggi hanno segnalato situazioni in cui le ambulanze restano bloccate tra barriere, tir e auto incolonnate, senza possibilità di manovra. Un fenomeno diventato talmente frequente da sorprendere la stessa centrale operativa del 118, che monitora in tempo reale gli spostamenti dei mezzi e annota ritardi sempre più significativi.
Quando ogni minuto pesa e il traffico diventa una minaccia invisibile
Secondo gli operatori sanitari, il problema non è soltanto la quantità di veicoli che gravita ogni giorno sul Gra, ma la mancanza di spazi di sicurezza che dovrebbero permettere ai mezzi d’emergenza di avanzare anche nei momenti di massima congestione. In alcuni tratti, soprattutto nelle ore di punta, gli automobilisti non hanno materialmente lo spazio per spostarsi e creare il corridoio necessario al passaggio delle ambulanze. Questo trasforma le corsie in un muro compatto, un ostacolo che rallenta l’intera catena del soccorso, dalla partenza all’arrivo nei pronto soccorso della città.
Gli autisti raccontano episodi sempre più frequenti in cui, pur conoscendo ogni dettaglio della carreggiata, sono costretti a tentare manovre al limite per guadagnare qualche metro, oppure a chiedere supporto alle pattuglie della polizia stradale per aprirsi un varco. Il tratto incriminato, diventato improvvisamente famoso tra gli operatori, si trova in un punto in cui il traffico cambia ritmo senza preavviso, creando code improvvise e difficili da prevedere. A peggiorare il quadro ci sono cantieri mobili, mezzi in panne e il peso crescente dei flussi di pendolarità, che negli ultimi mesi hanno ulteriormente congestionato le arterie esterne della Capitale.

Il tratto che nessuno si aspettava e il nodo che rischia di esplodere
Il segmento del Gra finito sotto accusa non è tra quelli tradizionalmente considerati critici da chi percorre quotidianamente l’anello autostradale. È proprio questo elemento a sorprendere: un tratto apparentemente ordinario, che fino a poche settimane fa scorreva senza particolari rallentamenti, ora si è trasformato in uno dei punti più problematici per i mezzi di emergenza. Gli operatori del 118 parlano di una “strozzatura inattesa”, dovuta all’aumento del traffico in arrivo da una delle complanari e alla mancanza di spazi di manovra utili a liberare rapidamente le corsie.
Le segnalazioni arrivate alla centrale operativa indicano che, nelle ore di punta, le ambulanze possono rimanere ferme per interi minuti, intrappolate in code che si formano senza apparente motivo. A questo si aggiunge la difficoltà di comunicare agli automobilisti le corrette manovre da effettuare per lasciare spazio ai mezzi di soccorso: tra chi non conosce le regole, chi si spaventa e chi tenta manovre rischiose, la situazione può rapidamente degenerare. Se il fenomeno dovesse consolidarsi, gli operatori temono che questo tratto possa diventare un nuovo punto critico permanente, con ripercussioni sull’intero sistema di emergenza sanitaria della Capitale e su migliaia di famiglie che ogni giorno si affidano alla tempestività dei soccorsi.
