“Stavo solo ascoltando la musica”: multa e patente sospesa | Arriva la legge anti distrazione
Interno auto (pexels)
Arriva una nuova stretta del Codice della Strada contro le distrazioni alla guida: l’ascolto di musica a volume eccessivo potrà comportare non solo una multa significativa, ma anche la sospensione della patente, secondo quanto indicato nelle interpretazioni e negli aggiornamenti normativi illustrati dalla fonte.
La novità nasce dalla crescente attenzione ai comportamenti considerati pericolosi perché compromettono i sensi fondamentali del conducente, in particolare l’udito. Le norme già prevedevano il divieto di utilizzare dispositivi che riducono la capacità di percepire segnali acustici esterni, ma la nuova applicazione estende in modo più deciso il concetto, includendo anche musica troppo alta all’interno dell’abitacolo. L’obiettivo è ridurre gli incidenti dovuti a distrazione e mancata percezione dei pericoli circostanti, un fenomeno che secondo le analisi tecniche continua a essere tra le prime cause di sinistri in ambito urbano.
Il principio è semplice: se il volume della musica impedisce al conducente di sentire clacson, sirene o rumori di pericolo, scatta l’infrazione. E da oggi le conseguenze non sono più leggere, perché si entra nell’ambito delle violazioni che mettono a rischio la sicurezza stradale.
Perché scatta la multa: cosa dice il Codice della Strada
La norma di riferimento è quella che sanziona il conducente quando utilizza dispositivi o tiene comportamenti che limitano le sue capacità sensoriali. Tra questi rientra, in modo esplicito, anche l’ascolto di musica ad alto volume se tale condizione riduce la possibilità di percepire l’ambiente esterno. Secondo l’interpretazione riportata dalla fonte, la musica troppo alta è equiparata a un dispositivo che compromette l’attenzione e quindi ricade nelle condotte vietate dal Codice. La sanzione amministrativa può essere elevata sul posto dagli agenti quando riscontrano un volume tale da impedire al conducente di prestare attenzione ai segnali sonori della strada. L’importo varia sulla base dell’articolo applicato, ma nei casi più gravi si può arrivare a sanzioni pesanti, oltre a misure accessorie che incidono direttamente sulla guida.
Il punto più rilevante della nuova applicazione normativa è che la musica ad alto volume può portare alla sospensione della patente. Questo accade quando la condotta viene classificata come comportamento che mette a rischio la sicurezza degli altri utenti della strada. Se il volume impedisce al conducente di percepire sirene, clacson o segnali di emergenza, la guida viene considerata pericolosa e scatta automaticamente la possibilità di sospendere il titolo di guida. La misura è prevista soprattutto quando l’infrazione è associata ad altre condizioni di pericolo, come velocità elevata, guida in contesti affollati o situazioni in cui gli agenti riscontrano un rischio concreto. Secondo la fonte, la sospensione può variare da pochi giorni fino a diversi mesi, in funzione della gravità e della valutazione degli organi accertatori. Il messaggio del legislatore è chiaro: non basta avere le mani sul volante se i sensi non sono pienamente vigili.

La nuova legge anti distrazione: cosa cambia per gli automobilisti
La stretta non riguarda solo la musica, ma rientra in un quadro più ampio di misure anti distrazione. Le autorità intendono colpire tutto ciò che riduce attenzione e capacità percettiva: schermi non consentiti, uso improprio dello smartphone, dispositivi in cuffia e ora anche l’audio dell’auto tenuto a livelli eccessivi. L’intento è limitare ogni comportamento che comprometta la prontezza del conducente nel reagire ai pericoli.
Per gli automobilisti significa che anche una distrazione apparentemente innocua, come aumentare il volume durante un brano musicale, può trasformarsi in un’infrazione grave. Le pattuglie avranno la facoltà di intervenire immediatamente quando riscontrano che il volume è tale da impedire la corretta percezione del traffico. Il cambio di approccio segna una svolta nella gestione delle distrazioni alla guida: non si guarda più solo ai dispositivi, ma all’effetto reale che essi hanno sulla capacità di concentrazione. Un principio che, secondo i promotori, potrebbe ridurre in modo sensibile gli incidenti urbani e migliorare la sicurezza globale della circolazione.
