Assegno di inclusione, c’è una novità nel 2026: prima mensilità dimezzata | Quanto ti arriva davvero
Scopri le novità sull’Assegno di Inclusione 2026: niente più sospensione tra i rinnovi, ma la prima mensilità sarà dimezzata. Tutti i dettagli e come prepararsi.
L’Assegno di Inclusione (ADI), introdotto dal primo gennaio 2024, si è affermato come misura nazionale fondamentale per contrastare la povertà e l’esclusione sociale in Italia. Nata per sostituire il precedente Reddito di Cittadinanza, l’ADI si rivolge ai nuclei familiari in condizioni di fragilità economica e sociale, supportandoli attraverso percorsi personalizzati di inserimento lavorativo, formazione e inclusione sociale. Non va confuso con il Supporto Formazione Lavoro (SFL), che ha finalità e destinatari distinti.
In vista del 2026, il Governo ha delineato importanti proposte di modifica all’ADI, inserite nella bozza della Legge di Bilancio. Queste revisioni prevedono un aumento complessivo di circa 380 milioni di euro in stanziamenti, parzialmente compensati da un taglio al Fondo nazionale per la lotta alla povertà. La novità più significativa riguarda i criteri di erogazione dei contributi periodici, in particolare la gestione dei rinnovi del sussidio, prospettando un cambiamento nel meccanismo di funzionamento che influenzerà direttamente i beneficiari.
La stretta sui rinnovi, oggetto di ampio dibattito, mira a bilanciare la continuità del sostegno con la necessità di contenere la spesa pubblica. Ciò significa che, mentre da un lato si cerca di eliminare un periodo di sospensione, dall’altro si introduce una *variazione nell’importo iniziale* del nuovo ciclo di erogazione. Questa mossa rappresenta un compromesso politico volto a garantire un equilibrio tra le esigenze delle famiglie e le priorità di bilancio dello Stato.
Le novità sui rinnovi e il bilancio dello stato
Le novità dei rinnovi e il bilancio dello Stato.
Attualmente, il funzionamento dell’Assegno di Inclusione prevede un periodo di erogazione di 18 mesi, al termine del quale è prevista una sospensione di un mese prima che si possa avviare un nuovo ciclo. Questa pausa, seppur breve, ha spesso rappresentato una criticità per i nuclei familiari, creando un’interruzione nel sostegno economico.
La proposta di modifica contenuta nella bozza della Legge di Bilancio 2026 introduce una novità sostanziale: a favore dei nuclei familiari, la possibilità di richiedere l’immediato rinnovo dell’Assegno, senza più alcuna sospensione del sussidio. Questa variazione è pensata per garantire una maggiore continuità nel supporto alle famiglie, soprattutto in un contesto di carovita e difficoltà economiche. Tuttavia, l’innovazione non è priva di implicazioni: la prima mensilità del nuovo periodo di erogazione verrà *dimezzata*, mentre dal secondo mese in poi l’assegno tornerà a essere erogato per intero.
Questo meccanismo implica che, al momento del rinnovo, i beneficiari potrebbero perdere alcune centinaia di euro per il solo primo mese, considerando che gli importi attuali oscillano tra i 480 e i 700 euro circa, a seconda del reddito e della composizione del nucleo familiare. Questa scelta rappresenta, come accennato, un compromesso: da un lato si mira a mantenere un sostegno essenziale alle famiglie, dall’altro si palesa la necessità di contenere l’impatto economico complessivo della misura. Secondo le stime, questa modifica dovrebbe portare a un risparmio di circa 100 milioni di euro per le casse pubbliche, risorse che potranno essere destinate ad altri investimenti per la collettività.
L’assegno di inclusione: struttura e funzionamento attuale
La struttura e il funzionamento attuale dell’Assegno di inclusione.
Per comprendere appieno le modifiche in arrivo, è utile ripassare la struttura attuale dell’Assegno di Inclusione. L’ADI è composto da due componenti principali:
- Quota A: un’integrazione del reddito familiare fino a una soglia massima stabilita, garantendo un supporto economico di base.
- Quota B: un sostegno aggiuntivo destinato specificamente ai nuclei familiari residenti in abitazioni in locazione, con un contratto regolarmente registrato.
Il beneficio è condizionato alla cosiddetta “prova dei mezzi” e al possesso di specifici requisiti personali, tra cui la residenza in Italia per almeno cinque anni. Per assicurare la tracciabilità e la regolarità, l’erogazione avviene mensilmente tramite una carta di pagamento elettronica, la Carta Adi o Carta di Inclusione. Il periodo di erogazione continuativo non supera i 18 mesi, previa la firma del Patto di attivazione digitale (PAD) da parte del nucleo familiare.
Al termine dei primi 18 mesi, come precedentemente descritto, è già prevista la possibilità di domandare il rinnovo della misura per un ulteriore anno. Questo rinnovo è subordinato a un nuovo controllo dei requisiti e alla verifica della continuità del percorso di inclusione sociale e lavorativa. Le modifiche prospettate per il 2026 mirano dunque a ottimizzare proprio questa fase di passaggio, eliminando la sospensione ma introducendo una nuova modalità di erogazione per la prima mensilità del ciclo rinnovato. È *fondamentale* per i beneficiari rimanere informati su questi sviluppi per gestire al meglio il proprio supporto.
