Una vicenda così lunga e complessa come quella dell’elettrodotto Sagittario è difficile da sintetizzare. Per ripercorrere tutte le tappe di questa vicenda, analizzare le questioni tecniche connesse ed illustrare le possibili soluzioni, Notizialocale ha intervistato uno dei referenti del Comitato Cittadino, e presidente di Legambiente Tivoli, Gianni Innocenti.
Cos’è l’Elettrodotto Sagittario
E’ una linea da 66 kV che collega Roma Prenestina – Salone – Castel Madama – Sulmona – Avezzano – C.le Sagittario. Il tratto che interessa le nostre zone è quello che collega Salone e Castel Madama, per una lunghezza di 23 Km. Il tratto Roma Prenestina – Salone non sarà riattivato.
A che punto è il ricorso e a che punto è il cantiere:
Il ricorso al Consiglio di Stato è stato presentato dal comune di Tivoli il 04/12/2012 con numero di registro generale 8509/2012. E’ stato notificato sia ad RFI che all’Arpa Regione Lazio. Attualmente ritengo sia in attesa adempimenti amministrativi che, ipoteticamente si concluderanno nel mese di febbraio 2013.
Il cantiere attualmente è fermo, abbiamo avuto notizia di qualche sporadico intervento ma a livello di ipotetici rilievi di cui non conosciamo né l’uso né l’esito.
A che punto è la lotta contro l’elettrodotto:
Attualmente è in preparazione la documentazione audiovisiva descrittiva che sarà usata alla prossima assemblea pubblica che si terrà a Villa Adriana entro il mese di febbraio. Nel mentre proseguono i contatti con il territorio e rappresentanti delle varie zone per mantenere attenzione e uniformità d’azione.
Di che opera si tratta:
Il progetto prevede la completa ricostruzione in sito della linea con sostituzione di tutti i componenti, compresi i basamenti dei pali per i quali è stato intrapreso l’iter per l’esproprio dei terreni sia sul sito d’appoggio sia per la fascia della linea già asservita dal 1927 e costruita dal 1933. A quel tempo l’elettrodotto passava in aperta campagna, oggi, passerebbe all’interno dell’abitato. La linea è in disuso dal 1993 (testimonianze, RFI afferma dal 2001) perché interferente con l’AV Roma – Napoli.
Il progetto prevede l’uso di conduttori Alluminio / Acciaio da 22,8 mm di diametro da cui ne consegue una aumentata capacità di trasporto fino a 440 A, contrariamente a quanto afferma RFI che ribadisce di conservare tutti i parametri della linea precedente. L’ARPA, il Comune ed il Comitato Cittadino affermano che questa và trattata come nuova opera e quindi sottoposta alle regole attuali più restrittive; RFI, per contro, afferma che si tratta di manutenzione straordinaria e quindi sottoposta alle normative trascorse soprattutto per quanto riguarda i limiti di esposizione e delle distanze di rispetto.
Che rischi comporta per la salute:
La linea transita fra le abitazioni, sui terrazzi e a poca distanza da balconi con misure non compatibili alla nuova normativa di sicurezza in fatto di esposizioni a campi elettrici e magnetici.
Durante il percorso incontra diverse scuole pubbliche di ogni grado e molti asili nido e spazi destinati a comunità ed infanzia. Sicuramente spazi ricadenti nei parametri di legge per i quali applicare l’obiettivo di qualità di 3 µT dove si ha una permanenza delle persone superiore alle quattro ore previste dalla legge del 2003. RFI è chiaramente contraria ed il Tar gli ha dato ragione.
Che proposte avanzate:
Proponiamo di non realizzare l’elettrodotto! Per stessa dichiarazione di RFI esso dovrebbe trasportare da Salone (ACEA) fino a Castel Madama (RFI) l’energia sufficiente per alimentare la ferrovia Roma – Sulmona valutata con corrente massima di 30 A a 66kV. A Castel Madama esiste la stazione 150 kV dell’Acea collegata a Roma ed in Abruzzo. Proponiamo di allacciare lì l’alimentazione necessaria essendo quella una fonte più affidabile di quella che intende realizzare RFI. Peraltro, questa soluzione, comporterebbe un risparmio di circa 3 milioni di euro di soldi pubblici, non indifferenti in questo momento.
In alternativa a questa soluzione, per noi prioritaria, proponiamo varianti all’elettrodotto per farlo transitare in zone non abitate e possibilmente su terreni di proprietà comunale. Risulta evidente, però che nel tratto che transita sull’abitato di Villa Adriana, bisognerà comunque ricorrere all’interramento con conseguente lievitazione dei costi. I maggiori costi derivanti dall’esecuzione delle varianti RFI non se li vuole assumere e pretende di scaricarli sul Comune. Avremo così un incremento di patrimonio di RFI pagato dai cittadini, quasi fosse una tangente per non essere danneggiati. Per non parlare, infine, dell’impatto ambientale: un vero e proprio obbrobrio sia nella città che nei quattro siti archeologici che la linea attraversa.
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