Esondazione a Tivoli, ancora in allarme le imprese della Maremmana Inferiore. A distanza di due anni dalla grave alluvione della zona industriale, il fosso di San Vittorino torna a far paura.
Le aziende, mentre stanno ancora facendo i conti con i milioni di euro di danni subito tra le alluvioni del 2008 e del 2015, temono ancora che il corso d’acqua che corre accanto alla Maremmana Inferiore possa uscire dall’alveo ed allagare tutto.
L’area era stata pulita dal Comune che aveva fatto fronte ad interventi non di sua competenza. Nel gennaio dello scorso anno erano stati spesi 120 mila euro per sistemare l’area, insieme al Comune di Roma che era intervenuto sull’area di sua competenza (da San Vittorino fino al casello autostradale di Villa Adriana, ndg).
“La situazione dei corsi di acque pubbliche, tra i quali il fosso di San Vittorino – ha spiegato Fabio Frattini, legale di venti imprenditori coinvolti nell’esondazione –, che negli anni passati ha dato luogo a devastanti esondazioni, continua purtroppo ad essere critica. Ad oggi, dopo gli eventi del 2008 e dopo l’esondazione del 14 ottobre 2015, in ordine alla quale attualmente pende un procedimento penale presso Procura della Repubblica di Tivoli, il fosso di San Vittorino nel comune di Tivoli versa in uno stato di degrado e di abbandono drammatico. Le passate vicende del 2008 e del 2015 (che hanno arrecato gravissimi danni all’imprenditoria locale) e l’articolata e puntuale indagine espletata dalla Procura della Repubblica (che ha formalmente concluso le indagini preliminari, individuando precise responsabilità in capo ai diversi soggetti preposti alla vigilanza ed alla manutenzione di siffatte aree) non sembrano aver sollecitato in alcun modo le Autorità preposte alle attività di manutenzione, messa in sicurezza e di vigilanza dei fossi comunali”.
“Eppure – prosegue Frattini –, i geologi ed i professionisti, che nel tempo hanno studiato e relazionato sulla condizione passata ed attuale dei suddetti corsi d’acqua, hanno ampiamente chiarito come le attuali condizioni dei terreni siano tali da costituire ormai un fondo pressoché impermeabile che non ha più capacità di assorbire le acque piovane, soprattutto quando – come avviene ormai con frequenza – gli eventi atmosferici e le precipitazioni assumono caratteri di estrema violenza, con una portata d’acqua straordinaria. Come già sostenuto in tutti gli atti redatti a sostegno dei numerosi imprenditori vittime del disastro, l’unica strada non può che essere quella della prevenzione e della messa in sicurezza del corso dei fossi. Eppure, le foto che si allegano dimostrano come la situazione attuale sia finanche peggiore del passato, con uno stato di incuria e di abbandono che non potrà che condurre a nuovi eventi drammatici e disastrosi”.
“Pertanto – conclude il legale – invito tutte le Autorità preposte ad attivarsi sollecitamente per evitare il ripetersi di ulteriori disastri ambientali, estremamente dannosi per l’economia locale. L’imprenditoria locale infatti è già stata duramente colpita dagli eventi del 2008 e del 2015 e, sicuramente, non potrà far fronte ad un’altra esondazione: in tal caso ci si dovrà rassegnare alla definitiva chiusura di aziende che hanno costituito la spina dorsale dell’economia tiburtina, con gravissime responsabilità politiche, sociali e giuridiche a carico di tutti i soggetti preposti alla tutela del Territorio”.
La competenza della manutenzione del Fosso di San Vittorino compete a diversi enti ed istituzioni sovra comunali. Lo stesso sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti, un anno e mezzo fa scriveva: “Come è già accaduto in altre situazioni, stiamo assistendo a un rimpallo di responsabilità tra vari enti sulla competenza delle opere di bonifica dell’alveo del fosso”.
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