Da qualche mese turisti e tiburtini davanti alla chiesa di San Pietro alla Carità trovano i portoni chiusi a tutte le ore. Una della chiese più antiche e più belle di Tivoli risulta inaccessibile dopo l’incendio che l’ha colpita il 29 marzo scorso e del quale, secondo un’interrogazione presentata pubblicamente in Consiglio comunale “vi sono solo notizie verbali dal momento che manca, in atti, una relazione dei tecnici comunali competenti al Patrimonio”.
In realtà di quell’incendio si è saputo poco o nulla, anche se notizie rassicuranti su eventuali danni prodotti ci inducono a ritenere che gravi danni non siano stati provocati. Si parla, sempre di voci, che i problemi maggiori si sono determinati con il denso fumo che sembrerebbe aver solo annerrito l’interno della chiesa che quindi non è agibile perché dovrà essere sottoposta a restauro adeguato (ma quando? E da parte di chi?). Come è noto la chiesa era utilizzata in primo luogo dalla comunità religiosa rumena che dopo l’incendio ha ottenuto l’utilizzo provvisorio dell’ex chiesa dell’Annunziata dal Comune di Tivoli e che sembra sposterà per le proprie funzioni in una nuova sede a Villalba di Guidonia.
L’interrogazione dei consiglieri Adele Porcari, Ezio Paluzzi e Giovanna Marconi del 29 settembre (e che sicuramente vedrà una risposta del Sindaco e degli uffici nelle prossime settimane) prende atto che “successivamente a detto evento, in data 29 maggio con deliberazione di Giunta n.116 (ndr sindaco Proietti) il Comune ha deliberato l’uso in concessione della Chiesa alla Curia Vescovile per cinquant’anni, atto che è stato formalizzato successivamente con atto del 29 agosto 2024”.
I consiglieri di opposizione interrogano quindi sindaco e assessori per “conoscere lo stato dell’arte dell’immobile a seguito dell’incidente occorso; sapere se nell’atto di concessione sono previsti impegni per la messa in sicurezza dell’immobile; conoscere, emendando l’atto di concessione, sarà possibile utilizzare l’immobile per iniziative di tipo culturali…”
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