Tivoli – Riapre la Chiesa della Carità?

Ancora chiusa a fedeli e turisti un delle più antiche e belle Chiese di Tivoli.

Nel numero di XL di ottobre avevamo evidenziato, anche dopo la sollecitazione di un’interrogazione di alcuni consiglieri comunali, come dopo l’incendio verificatosi lo scorso anno la Chiesa di San Pietro alla Carità fosse ancora inagibile. Una risposta scritta è arrivata dall’Amministrazione comunale qualche settimana fa. In questa si sottolinea come l’edificio, di proprietà comunale, sia stato, compreso le relative pertinenze (campanile e casa del Rettore) dato in consessione d’uso per cinquanta anni alla Diocesi di Tivoli al fine di procedere all’attivazione di misure finanziarie (pubbliche e private) per il restauro e la conservazione del bene ecclesiastico per uso pastorale e di culto. Il canone annuale è stato fissato in “€ 235,00 a seguito degli obblighi di manutenzione ordinari e straordinari che verranno assunti da parte dell’Ente religioso e di restauro e conservazione del bene”. La risposta del dirigente comunale al Patrimonio prosegue con: “Allo stato attuale la Chiesa non è utilizzabile causa i fumi rilasciati che hanno reso malsano e irrespirabile l’ambiente. È in corso di predisposizione un progetto da parte della Diocesi per la bonifica dell’ambiente da sottoporre alla Sovraintendenza per eventuali finanziamento e alla CEI per il restauro architettonico”. Ad oggi non abbiamo notizia di questo progetto di bonifica e la chiesa continua ad essere chiusa a turisti e fedeli. La chiesa di S. Pietro alla Carità negli ultimi anni, fino all’incendio che l’ha resa inagibile, ma che pare non aver provocato danni importanti, era adibita al culto ortodosso della folta comunità rumena di Tivoli e dintorni e era sempre aperta. Costruita sui resti di una villa romana, era il luogo – secondo la tradizione – dove si riuniva una comunità cristiana fondata dall’apostolo Pietro. La chiesa è detta anche “della Carità” dal nome della Confraternita che la officiava. Di architettura romanica, ma profondamente ristrutturata dopo la seconda guerra mondiale, all’interno è a tre navate, chiuse in fondo dall’abside e scandite da due file di colonne, di cui 11 in marmo cipollino. Dalle pareti laterali esterne arrivava la luce attraverso finestre monofore. Nella navata centrale resta ben conservato un pavimento cosmatesco di marmi policromi, riferibile alla chiesa originaria. La cripta, restaurata, conserva resti di affreschi.

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