Monte Gennaro, Guadagnolo e le Antenne

Dopo otto mesi è arrivata la risposta della Regione Lazio all’interrogazione della consigliera Alessandra Zeppieri sulla riqualificazione e monitoraggio dei ripetitori presenti sul Monte Gennaro, nel cuore del Parco dei Monti Lucretili. L’ARPA Lazio conferma di non aver mai ricevuto richieste per un monitoraggio continuo dei campi elettromagnetici, nonostante un piano regionale del 2008 ne […]

Monte Gennaro, Guadagnolo e le Antenne

Dopo otto mesi è arrivata la risposta della Regione Lazio all’interrogazione della consigliera Alessandra Zeppieri sulla riqualificazione e monitoraggio dei ripetitori presenti sul Monte Gennaro, nel cuore del Parco dei Monti Lucretili. L’ARPA Lazio conferma di non aver mai ricevuto richieste per un monitoraggio continuo dei campi elettromagnetici, nonostante un piano regionale del 2008 ne prevedesse la demolizione e la bonifica. Le associazioni ambientaliste denunciano l’inerzia politica e temono nuove installazioni anche su Monte Coste Galle, un’area di pregio naturalistico lungo la Via delle Creste. In gioco, la salvaguardia di due delle vette più panoramiche e frequentate della provincia di Roma

E’ noto che i tempi della politica, se non sono vincolati da una normativa di legge che stabilisce tempi rigidi, sono spesso estremamente lunghi, in modo particolare se si tratta di rispondere ad una interrogazione avanzata dalle opposizioni in una assemblea elettiva, sia essa il Parlamento, un Consiglio, regionale o comunale che sia.
I tempi
Così è accaduto nel Consiglio regionale del Lazio in relazione alla annosa vicenda del nugolo di ripetitori televisivi e telefonici installati da decenni a poca distanza dalla vetta del Monte Gennaro, che è meta ogni giorno ed in ogni stagione, di decine di escursionisti che affrontano i sentieri del parco dei Monti Lucretili.
Vicenda nota, tralicci e antenne offendono il luogo e l’ampio panorama che da esso è visibile a trecentosessanta gradi. Un cumulo di ferraglia arrugginita e tralicci, molti ormai inutilizzati, di cui ogni tanto, con la scusa di una bonifica si ipotizza la sostituzione con un traliccio imponente, più alto della cima della montagna. Sono note le reazioni di contrarietà che le associazioni escursionistiche ed ambientaliste esprimono con presidi ed escursioni di protesta.
Ebbene, dopo “soli” otto mesi è giunta la risposta scritta alla interrogazione che la Consigliera regionale Alessandra Zeppieri, del gruppo consigliare Sinistra Ecologista, aveva rivolto a marzo di quest’anno, al presidente della Regione Lazio.
L’interrogazione
Nell’interrogazione tre erano i quesiti posti: se e quali iniziative erano state intraprese dalla Regione Lazio circa la riqualificazione ed abbandono del sito “Palombara sabina (Stazione funivia)”, se era stata realizzata la rete di centraline per il monitoraggio continuo ed automatico in tutti i siti interessati dalle emissioni elettromagnetiche e se fosse mai stato effettuato un monitoraggio del sito in cui sono raggruppate le antenne e del territorio circostante.
I quesiti posti avevano come base le disposizioni contenute in una Variante al Piano Territoriale regionale del 2008 per la localizzazione degli impianti di trasmissione radiofonica. La variante che ha valore di legge, prevedeva che il sito di Monte Gennaro dovesse essere riqualificato, abbandonato e sottoposto a monitoraggio elettromagnetico continuo ed automatico.
Arpa Lazio
La Giunta regionale ha incaricato di rispondere all’interrogazione l’ARPA Lazio che nella comunicazione ha affermato di non avere mai ricevuto, dagli enti pubblici regionali e della Città Metropolitana, una richiesta per la “istituzione di una rete di monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici” e di non aver mai effettuato un monitoraggio specifico in corrispondenza del sito di emittenti identificato come “J Palombara Sabina”.
Sempre secondo la risposta dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente però: “una capillare attività di misura è stata condotta in vari punti del Comune di Palombara Sabina nell’anno 2016 in relazione alla presenza di impianti ubicati presso Monte Gennaro vetta”.
Secondo Lino Imperiali, del Circolo di Sinistra Italiana di Palombara, che del problema antenne di Monte Gennaro si occupa da quando esse hanno iniziato a comparire: “se è grave la mancata misurazione in situ dell’elettromagnetismo, è ancora più grave il mancato rispetto del piano di localizzazione delle antenne del 2008 che sanciva la demolizione delle antenne sul Gennaro. Il piano è stato ignorato dalle strutture regionali che dovevano disporne l’attuazione, per sciatteria o per disposizioni politiche? Molte volte avevamo chiesto il rispetto di quel piano, come in occasione del piano di assetto del parco dei Lucretili quando si è lasciata aperta la possibilità di realizzare un traliccio come quello di Radio Subasio. Possibilità ribadita, un anno fa, da un accordo tra Parco e i comuni di Palombara Sabina, San Polo dei cavalieri e Marcellina. Ci riserviamo ulteriori azioni, per il rispetto delle leggi.
Monte Coste Galle
C’è da ricordare una analoga vicenda che riguarda le grandi antenne che, con il loro ronzio ed i loro campi elettromagnetici, dominano la vetta e le abitazioni del piccolo borgo di Guadagnolo. Le loro emissioni sono notevoli e da almeno un decennio, legittimamente, gli abitanti chiedono la loro delocalizzazione per la quale esiste, da sei anni, un finanziamento regionale di quasi mezzo milione di euro. Il sito prescelto però è di notevole pregio ed ha provocato le reazioni altrettanto legittime, delle associazioni ambientaliste.
Si tratta della sommità di Monte Coste Galle, sulla quale il progetto prevede l’installazione di due tralicci alti sessanta metri con strade e parcheggi a supporto. Sulla cima passa la Via delle Creste, uno dei sentieri Cai più affascinanti e panoramici della provincia di Roma. Quattro sono i sentieri per raggiungerne la vetta. Molto panoramici, sono frequentati da chi pratica escursionismo, corsa e ciclismo e stando anche alle ricerche di Alp (Alleanza Prenestina), vedono il passaggio di lupi e numerose specie di animali. Possibile che non esista cima alternativa meno importante?
Paradossale che, essendo il Gennaro con i suoi 1.271 metri e il Monte Coste Galle che raggiunge i 1.148, le vette che consentono la migliore diffusione dei segnali TV e telefonici grazie alla loro altitudine, se ne mettano da parte la salvaguardia e la fruizione di tutti a vantaggio delle floride società di comunicazione pubbliche e private.
Gianni Innocenti