Quale futuro per le Terme Acque Albule?

La Corte d’Appello di Roma ha annullato l’obbligo per il Comune di Tivoli di riacquistare le quote Fincres, sollevandolo anche dal pagamento degli interessi. Tuttavia, è scoppiata una polemica in Consiglio comunale: l’opposizione accusa il vicesindaco Strafonda di aver approvato il bilancio di una partecipata prima dell’autorizzazione del Consiglio. La Corte d’Appello del Tribunale di […]

Quale futuro per le Terme Acque Albule?

La Corte d’Appello di Roma ha annullato l’obbligo per il Comune di Tivoli di riacquistare le quote Fincres, sollevandolo anche dal pagamento degli interessi. Tuttavia, è scoppiata una polemica in Consiglio comunale: l’opposizione accusa il vicesindaco Strafonda di aver approvato il bilancio di una partecipata prima dell’autorizzazione del Consiglio.

La Corte d’Appello del Tribunale di Roma, sezione seconda, specializzata in materia di Impresa, ha deliberato in data 9 giugno 2025 in ordine al noto contenzioso che negli ultimi tredici anni ha visto contrapposti il Comune di Tivoli e il socio privato della società Acque Albule SPA, Fincres SPA, che detiene attualmente il 36,25% della società.
La sentenza d’appello ribalta quella pronunciata in prima istanza dal Tribunale delle imprese di Roma che aveva sancito l’obbligo per il Comune di Tivoli del riacquisto delle azioni del privato che all’epoca della parziale privatizzazione del 2001 aveva acquistato, partecipando ad un bando pubblico, il 40% delle proprietà comunale. La somma del riacquisto era stata indicata in € 7.840.000,00 più interessi da valutare nella misura legale.
Il contenzioso
Il contenzioso iniziale si sviluppò ulteriormente perché il socio privato, facendo riferimento ad un precedente lodo arbitrale, contestò sia la somma che il metodo di calcolo degli interessi dovuti teoricamente dal Comune di Tivoli.
La Corte d’Appello, come già evidenziato, ha ribaltato il tutto cancellando la sentenza di primo grado e denegando le ragioni di Fincres.
In breve: il Tribunale ha accolto il quarto motivo di impugnazione e di appello presentato dal comune di Tivoli, rigettando tutti gli altri. Praticamente la Corte ha preso atto che con la cessione da parte di Fincres ad altro privato di una quota
pari al 3,65% delle proprie azioni nella sostanza ha definito l’impossibilità per la Fincres stessa di impugnare l’Opzione PUT definita a suo vantaggio dai Patti di Sindacato all’epoca della prima parziale privatizzazione della società.
Una sentenza inaspettata, è bene sottolinearlo. Però, detto tra noi tiburtini, è una sentenza che salva il Bilancio comunale e, quindi, anche il nostro rapporto con quel Bilancio.
Possibili scenari
Adesso, quali potrebbero essere le prospettive future della società?
Affrontare questo confronto con il futuro dello specifico termale tiburtino si rischia di entrare in un ginepraio denso e affatto semplice.
La sentenza lascia le cose come stavano 13 anni fa: Il Comune di Tivoli possiede il 60%, i privati, perché a questo punto sono due, il 40%.
È necessario evidenziare che le ipotesi che verranno sinteticamente definite in questo articolo riflettono esclusivamente le idee di chi scrive, con giudizi e valutazioni del tutto personali perché, poi, gli attori saranno altri che nella loro autonomia potranno assumere nel merito anche diverse e ulteriori decisioni che al momento possono sfuggire o non essere prese in considerazione.
La situazione rimane così com’è: finisce il contenzioso, i soci si rimboccano le maniche per rilanciare la società termale e riprendere il trend degli investimenti necessari;
Si prevede una scissione, proporzionale o asimmetrica, con la possibilità di assegnare la gestione dello stabilimento ai privati e il conferimento degli immobili non afferenti al core business al Comune attraverso un diverso veicolo societario;
Il Comune privatizza il proprio 60%, magari conservando per sé una quota intorno al 5/8% (Questa impostazione è già contenuta nel DUP e nella Mozione di Indirizzo approvata dal Consiglio Comunale il 27 giugno 2025). Tale ipotesi definisce uno scenario in cui, tramite un Bando Pubblico, il Comune cede una quota intorno al 55% ad altri privati diversi da quelli attuali, oppure anche quelli attuali che in ogni caso potrebbero partecipare al medesimo bando.
Le ricadute delle scelte
Le ricadute e le derivate da queste tre impostazioni sono tante e tali da meritare un approfondimento a parte per ciascuna di esse. Problemi di spazio ci impediscono di affrontare la complessità del quadro in maniera sistematica, pertanto ci limiteremo a valutare, per ciascuna ipotesi, uno scenario di riferimento in maniera del tutto sintetica.
Cristallizzazione della situazione attuale e storica: questa soluzione potrebbe risultare la migliore. Tuttavia, c’è da valutare l’eventuale e non remota possibilità di un ricorso in Cassazione da parte di Fincres. In questo caso il contenzioso continuerebbe e la società ne risentirebbe ancora in termini di riposizionamento strategico, economico, e finanziario;
La scissione si potrebbe anche fare. Era una delle 12 soluzioni studiate da Proietti e presentate in Consiglio Comunale, a dimostrazione della lucidità di quell’Amministrazione nell’affrontare questo nodo nevralgico;
Si continua nell’idea di proseguire nell’ulteriore privatizzazione della società: in questo modo il Comune si defila dalla gestione, con l’obbligo, tuttavia, di tutelare l’Interesse Pubblico. Questa scelta, quindi, potrebbe essere strategica e funzionale qualora la nuova privatizzazione riuscisse a definire patti e condizioni con i privati tali da consentire al Comune di svolgere un ruolo prioritario in termine di gestione delle politiche di sviluppo della società nel rapporto con il territorio e l’area vasta di riferimento (Parco Termale, Distretto Turistico, rapporto con i comuni contigui, strumenti urbanistici integrati e connessi con tale indirizzo di sviluppo). Ci sarebbe da verificare, a questo riguardo, un aspetto: esiste un diritto di prelazione che tutela Fincres in caso di ulteriore privatizzazione?
Nel Codice civile non esiste, però potrebbe esistere nello Statuto della Società Acque Albule SPA. Infatti, trattandosi di una società con un socio pubblico di maggioranza (Comune di Tivoli al 60%) e un socio privato (Fincres/Sirio Hotel al 40%), è molto probabile che lo statuto contenga una o più clausole che regolamentano la cessione delle azioni, proprio per tutelare gli equilibri interni e gli interessi pubblici (da parte del Comune) o di controllo (da parte del socio privato). Queste clausole potrebbero includere diritti di prelazione o altre forme di lock-up o tag-along/drag-along (anche se l’ultima fattispecie, vista la presenza maggioritaria di un Socio Pubblico, mi sembra improbabile).
La concessione
Una cosa è in ogni caso certa: le ipotesi 2 e 3 contengono l’obbligo per il Comune di ricorrere alla procedura del Bando Pubblico. Lo prevedono le norme in vigore non certo le volontà dei singoli.
Poi c’è una variabile che non è dipendente da nessuno degli attori in campo, ovvero viaggia da sola perché legata ad una scadenza gestita dalle norme in vigore. Nel 2031 scade la concessione per lo sfruttamento delle sorgenti termali. Il Comune di Tivoli ne è il Concessionario fino al 2031. A sua volta il Comune ha sub concesso lo sfruttamento e l’utilizzo delle acque Termali alla Società Acque Albule SPA che riconosce, annualmente, un canone al Comune stesso.
La Regione Lazio
La Regione Lazio non potrà rinnovare tacitamente la concessione o assegnarla direttamente al Comune di Tivoli, ma dovrà ricorrere a un bando Pubblico aprendo uno scenario potenzialmente ampio e diverso dalla situazione attuale. È vero, il Comune di Tivoli ha dei meriti centenari nella gestione delle sorgenti collegate allo Stabilimento Termale e a tutti gli investimenti accumulati nel corso del tempo. Tali meriti particolari potrebbero essere valorizzati nell’ambito dello stesso bando in modo da blindarlo in un certo modo. Però, anche quella sarà una scelta politica e sarà necessario vedere chi governerà la Regione Lazio nel 2031 e chi, nello stesso periodo, amministrerà la Città di Tivoli.
In teoria, un concorrente del Comune di Tivoli potrebbe essere la stessa Società Acque Albule soprattutto qualora venisse definitivamente privatizzata. Infatti, avrebbe gli stessi titoli di merito e, in più, la possibilità di collegare la concessione allo sviluppo ulteriore, con capitali privati, dello Stabilimento termale e non solo.
I terreni Fincres
Nel 2022 la Fincres Spa ha acquistato all’asta, per € 578.000,00, 12 Ettari di terreno a ridosso delle sorgenti termali, ubicati nel Comune di Tivoli. Una parte di questi terreni, circa sette ettari, sono classificati nel PRG tiburtino come C4 turistico Alberghiero, mentre altri tre ettari come G3, Verde Pubblico Attrezzato e Sportivo, il resto è vincolato.
A proposito, l’attuale socio privato, cioè la Fincres Spa, potrebbe partecipare al bando di ulteriore privatizzazione per tentare l’all-in.
Il rag. Terranova
Una cosa è certa: il Rag. Terranova avrà pure perso, nell’eventuale attesa della Cassazione, la battaglia sulla proprietà della Società termale, però sembra proprio che le sue pedine non siano poi posizionate così male, alla fine.
Bartolomeo Terranova sembra aver capito dove sta lo sviluppo: Area vasta e parco termale.
Il Comune di Tivoli, all’opposto, sembra ancora alle prese con bagatelle da retrobottega. intendiamoci, non è una caratteristica di questa amministrazione perché è dal 2012 che le Terme, precipitate nel contenzioso per un approccio ideologico dell’allora maggioranza di Centro Destra, non riescono ad essere declinate in termini di investimenti e sviluppo territoriale integrato.
Antonio Picarazzi

La posizione dell’assessore Giorgio Strafonda
TERME  – La Corte di Appello ha ribaltato completamente quanto deciso nelle sentenze precedenti, quindi il Comune di Tivoli non dovrà più obbligatoriamente riacquistare la quota sociale da Fincres e non dovrà pagare nessun tipo di interesse .
La motivazione in sintesi della sentenza è che la Fincres non poteva esercitare l’opzione PUT in quanto aveva ceduto parte della sua quota pari al 3,65%, e quindi il patto di sindacato tra Comune e Fincres del 2012 non era più valido. Anche se molto probabilmente il socio privato presenterà ricorso in Cassazione.
Il Comune di Tivoli non solo, non dovrà riacquistare la quota della Fincres per 7.840.000,00 euro ma neanche corrispondere alcun tipo di interesse su la suddetta cifra.
Soprattutto gli interessi (accantonati per circa 3 milioni) avrebbero costituito un ulteriore e pesante aggravio per il bilancio comunale già difficile ma possiamo affermare che ora il suo risanamento è meno complicato. Rimane sempre un bilancio con una situazione finanziaria da attenzionare e complicata ma un po di respiro questa sentenza ce l’ho da, ricordando che questa Amministrazione ha ereditato un deficit dalla precedente Amministrazione Proietti per circa 49 milioni di euro. Inoltre anche il Fondo Rischi dell’Ente Comune beneficerà di questa sentenza liberando qualche risorsa in più per il prossimo anno finanziario .Voglio ringraziare lo Studio Legale che ha assistito il Comune nell’Appello per il lavoro svolto sottolineando che la Fincres dovrà risarcire il Comune per circa 170.000 euro quale rimborso per spese legali.
BILANCIO TERME – Il bilancio delle terme Acque Albule Spa mercoledi 2 luglio verrà approvato dal Sindaco (io lo accompagnerò) consegnando in assemblea la delibera di Consiglio Comunale contenente la mozione di indirizzo per la stessa società partecipata , assemblea iniziata dal sottoscritto venerdi 27 giugno e lasciata aperta con il proseguimento mercoledi 2 luglio, e se qualche errore di forma è stato commesso il tutto verrà sanato in questo proseguimento di assemblea.
In merito alle polemiche fatte in Consiglio venerdi 27 giugno e poi sui social in merito all’approvazione del bilancio, dico soltanto che sono polemiche fatte da chi non è stato capace di presentare un solo indirizzo alle società partecipate degno di tale nome , ma soltanto parlare di raccolta di pannolini o non distinguere Amministratore Unico da consiglio di amministrazione , opposizione senza argomenti e senza proposte e che stiano tranquilli non è stato calpestato nessun ruolo.
Le linee di indirizzo valgono per il futuro e se un errore formale c’è stato verrà sanato… sinceramente mi aspettavo di più da loro. Mi permetto di ringraziare l’amico Antonio Picarazzi per le belle parole dette sui social nei miei confronti , in tutti gli atti della nostra vita la fortuna ci vuole sempre e sulla vicenda terme è vero, come assessore al Bilancio e società partecipate ho avuto fortuna . Poi sulle mie qualità e capacità professionali lascio agli altri il giudizio, la strada per risanare i conti del nostro Comune è ancora lunga e difficile ma il mio impegno sarà massimo con scienza e coscienza.
La nostra amicizia va al di là degli schieramenti politici e delle scelte amministrative e confrontarmi con lui è sempre un piacere e un arricchimento.
Giorgio Strafonda
Assessore bilancio Comune Tivoli

La seconda puntata sarà sull’analisi del Bilancio della Società Acque Albule SPA al 31 dicembre 2024.