L’Aniene un fiume sempre con meno acqua
Continua quasi senza soste, l’attività nei giganteschi cantieri lungo la Tiburtina Valeria. Da Tivoli alle sorgenti dell’Acqua Marcia che si trovano all’inizio della Sublacense, nella piana di Agosta ed in quella di Marano Equo, si lavora incessantemente per costruire il nuovo Acquedotto Marcio Scriveva nel 1956 l’avvocato Ignazio Petrocchi nel suo saggio “Tivoli e gli […]
Continua quasi senza soste, l’attività nei giganteschi cantieri lungo la Tiburtina Valeria.
Da Tivoli alle sorgenti dell’Acqua Marcia che si trovano all’inizio della Sublacense, nella piana di Agosta ed in quella di Marano Equo, si lavora incessantemente per costruire il nuovo Acquedotto Marcio
Scriveva nel 1956 l’avvocato Ignazio Petrocchi nel suo saggio “Tivoli e gli impianti idroelettrici dell’Aniene” Edizioni Chicca: “Con la presente breve pubblicazione non intendiamo di conseguire altro scopo se non quello, inspirato unicamente dall’affetto per il «natio loco», di portare un tenue contributo alla soluzione di alcuni imminenti e importanti problemi cittadini, che non possono non imporsi alle cure di una pubblica amministrazione oculata e sollecita degli interessi della città.
Non presumiamo di assumere una funzione di guida né di dettare consigli o, tanto meno, precetti: poiché basta la semplice proposizione di uno di tali problemi, e specialmente di quello concernente la cessione che dei propri diritti sulle acque dell’Aniene il Comune di Tivoli stipulò con il Comune di Roma, perché sia giustificata la ragione per la quale da più parti ci è stato espresso il desiderio o manifestata la volontà che un poco di luce venisse nel miglior modo possibile da noi gettata sul medesimo complesso problema.”
E il problema acqua dell’Aniene, a distanza di quasi settanta anni, è sempre più complesso. Continua infatti quasi senza soste, l’attività nei giganteschi cantieri lungo la Tiburtina Valeria che, da Tivoli alle sorgenti dell’Acqua Marcia che si trovano all’inizio della Sublacense, nella piana di Agosta ed in quella di Marano Equo, si lavora incessantemente per costruire il nuovo Acquedotto Marcio.
L’acqua
L’opera imponente, dal costo di circa 186 milioni di Euro, consentirà una certezza di rifornimenti di acqua potabile, molto pregiata, agli abitanti della Capitale che, dalle stesse sorgenti già ne ricevono, perdite del vecchio acquedotto Marcio a parte, circa 4.300 litri al secondo. Ad essi si aggiungono i circa cinquecento litri al secondo prelevati dalla sorgente che si trova nei pressi del Ponte dell’Acquoria.
Dalle sorgenti
E’ utile sapere che dalle sorgenti che confluiscono, anzi confluivano, nei fiumi Aniene e Simbrivio, vengono prelevati attualmente, oltre ai circa 4.300 litri al secondo trasportati dall’Acquedotto Marcio, 1.100 litri al secondo per l’acquedotto Simbrivio diretto alla zona dei Castelli romani, 370 litri al secondo trasportati dall’acquedotto Doganella in direzione delle province di Frosinone e Latina.
Nell’Aniene finivano anche, a valle di Tivoli, circa 500 litri al secondo della sorgente Acquoria che ora confluiscono nel Marcio.
Dalla Val d’Aniene vengono riforniti i rubinetti del venti per cento delle utenze dell’Ato 2 ed il venticinque per cento dei rubinetti delle utenze della Capitale. Per questo l’acquedotto Marcio è considerato strategico da Acea e su di esso si continua ad investire per una nuova condotta che, si badi bene, non sostituirà il vecchio. È un colabrodo ma consentirà continuità di rifornimento in caso di guasti rilevanti.
La concessione
Lo scopo è quello di consentire “finalmente” la captazione ed il trasporto di tutta l’acqua che la concessione valida settanta anni e risalente al 1964, quando mutamenti climatici e crisi idrica non esistevano, consente: 7.276 litri al secondo!
Facendo un po’ di conti la multinazionale ACEA Spa sottrarrà dall’Aniene, il fiume che per Tivoli rappresenta la Storia dalle origini, altri 2500 litri al secondo! Con buona pace della Grande Cascata il cui flusso è già ridotto ad un sottile velo d’acqua e dell’energia idroelettrica, quindi pulita e sostenibile, che quell’acqua avrebbe prodotto facendo muovere gli alternatori delle centrali idroelettriche installate lungo il fiume.
Gli azionisti
Interessante l’assetto azionario di Acea: azionista principale il Comune di Roma (51%), i francesi di SUEZ (23,3%), il Gruppo Caltagirone (5,45%), altri azionisti hanno quote individuali, ognuno al di sotto del 3%. Ridicola la presenza dei Comuni negli Ato regionali, una sola azione per ogni Comune, semplice testimonianza, tanto che i loro delegati nella Conferenza dei sindaci quasi sempre si limitano ad approvare supinamente le proposte all’ordine del giorno.
Sempre più, l’acqua che proviene dal bacino imbrifero dei Monti Simbruini sarà sottratta all’Aniene che già vede, in alcuni tratti, il dato del Minimo Deflusso Vitale al di sotto del limite necessario a garantire la sopravvivenza di molte forme di vita ittiche e vegetali.
Il bacino è uno dei più grandi d’Europa, ad esso attinge anche la multinazionale Coca Cola. Preleva circa 50 litri di acqua al secondo per alimentare la produzione del suo stabilimento di Oricola che tra l’altro è in via di potenziamento con altre due linee di produzione.
Già ora l’immagine evidente della crisi del fiume la offrono gli igrometri del Ponte Lucano antico e del Ponte di Marano, dovrebbero indicarne la portata ma tristemente, tranne gli ormai rari episodi di piena, il loro indice inferiore resta a circa mezzo metro dal pelo dell’acqua!
Nonostante i cantieri, nonostante le visibili devastazioni ambientali, quello che sconcerta è l’assenza totale delle amministrazioni comunali della Valle. Ci si chiede: chi controllerà, alla chiusura dei cantieri, il rispetto delle prescrizioni per i ripristini ambientali che i ministeri competenti hanno imposto ed inserito nelle autorizzazioni? Sarà ora che i Sindaci si riuniscano una volta per organizzare un doveroso controllo serio su come Acea Ato2 lascerà l’Aniene e la sua Valle al termine dei lavori?
Gianni Innocenti
