Scandalo Roma | Poliziotti finti carabinieri rapinano famiglia: ecco come

Due poliziotti si sono finti carabinieri per rapinare una famiglia rom a Roma, causando terrore. Scopri i dettagli scioccanti di questa vicenda e gli arresti.

Scandalo Roma | Poliziotti finti carabinieri rapinano famiglia: ecco come
Due poliziotti si sono finti carabinieri per rapinare una famiglia rom a Roma, causando terrore. Scopri i dettagli scioccanti di questa vicenda e gli arresti.

Due agenti di polizia si sono presentati in modo inaspettato presso l’abitazione di una famiglia, situata all’interno del campo rom di via dei Gordiani a Roma, qualificandosi come carabinieri. Con l’espediente di una presunta perquisizione, motivata dalla ricerca di droga e armi, sono riusciti a farsi aprire la porta, entrando nella dimora. Una volta all’interno, la situazione è degenerata rapidamente. Hanno costretto la coppia e i loro figli a rimanere nell’abitazione, in un’atmosfera di profondo terrore e minacce incessanti. Le grida e la prepotenza avrebbero raggiunto livelli tali da scuotere profondamente uno dei minori presenti, un bambino di dodici anni, il quale, sopraffatto dalla paura, ha urinato involontariamente. Questo episodio agghiacciante è venuto alla luce grazie alle meticolose indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia, con la collaborazione degli agenti della Squadra Mobile, che hanno portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare. La dinamica dei fatti, così come attentamente ricostruita dalle autorità, non solo evidenzia una chiara premeditazione ma anche un gravissimo abuso di potere che mina profondamente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni preposte alla loro sicurezza e giustizia. La violenza psicologica inflitta a una famiglia inerme, soprattutto in presenza di bambini, aggiunge un ulteriore livello di gravità a questa sconcertante vicenda.

Gli arresti e le accuse: agenti traditori della divisa

Gli arresti e le accuse: agenti traditori della divisa

Arresti e accuse: agenti traditori della divisa nel mirino della giustizia.

 

Le indagini approfondite, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, dipartimento ‘Criminalità diffusa e grave’, hanno svelato un quadro inquietante portando all’identificazione e all’arresto di quattro individui. La notizia più sconcertante è il coinvolgimento di due poliziotti, in servizio presso il Commissariato Salario Parioli, i quali erano già stati sospesi dal servizio e si trovavano agli arresti domiciliari per un’altra vicenda. Accanto a loro, sono stati arrestati un cittadino marocchino e uno croato, entrambi con precedenti penali. I reati contestati a vario titolo sono quelli di rapina in abitazione, pluriaggravata. Le aggravanti includono il fatto di essere stata commessa da più persone riunite, all’interno di una privata dimora, e soprattutto sfruttando un evidente abuso dei poteri e una flagrante violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione. Tale condotta ha causato alle vittime un danno patrimoniale di rilevante gravità, oltre a quello morale. Le dichiarazioni dettagliate della vittima, l’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, i tabulati telefonici e l’analisi forense dei dispositivi elettronici utilizzati dagli indagati sono stati elementi chiave per delineare con precisione la complessa rete di responsabilità e le dinamiche dell’accaduto, fornendo prove schiaccianti contro i presunti autori del reato.

Il bottino e la mente dietro il colpo

Il bottino e la mente dietro il colpo

Il bottino del colpo e la mente geniale che ha orchestrato il crimine.

 

La rapina è stata condotta con una fredda determinazione e con modalità che rivelano una pianificazione meticolosa. Gli indagati, dopo aver intimidito e immobilizzato la famiglia, hanno proceduto con la parte ‘operativa’ del loro piano. Utilizzando un trapano, hanno smontato con precisione i pannelli di rivestimento delle pareti dell’abitazione. Dietro queste coperture, avevano evidentemente informazioni che li portavano a un nascondiglio. Da lì, sono riusciti a sottrarre un ingente bottino: 5.000 euro in contanti e ben sei orologi di lusso, oggetti di valore che evidentemente erano l’obiettivo primario della loro incursione. Dopo aver arraffato il prezioso bottino, gli aggressori si sono dileguati, facendo perdere le proprie tracce per un primo momento. Tuttavia, la tenacia delle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia ha permesso di chiudere rapidamente il cerchio. Cruciale per l’identificazione e la cattura dei responsabili è stato il ruolo del ‘basista’, un uomo di nazionalità croata. Era lui che aveva fornito ai complici le informazioni dettagliate sull’abitazione e, soprattutto, sui beni di valore che avrebbero trovato al suo interno. Questo individuo era già noto alle forze dell’ordine, essendo stato perquisito solo pochi mesi prima, a luglio del 2025, per il sospetto di possedere un’auto rubata con targhe false. La sua complicità ha completato il quadro della banda. Attualmente, tutti e quattro gli indagati si trovano in carcere, in attesa che la giustizia faccia il suo corso e che questa vicenda di abuso di potere e criminalità trovi una risoluzione definitiva.